ARCHEOLOGIA ALIMENTARE rubrica a cura di Gino Primavera: L’ETERNITÀ DEL SAMBUCO

SAMBUCUS NIGRA (SAMBUCO)

29 settembre 2023-Capita di vedere in inverno, in una scarpata vicino a un torrente, un tronco che ha perso le foglie e mostra rughe profonde nella superficie di color tabacco chiaro; sembra morto, ma a grattarlo esce il verde della corteccia sottostante, la sua vita. Capita, dopo qualche tempo a primavera, di vederlo riempito di foglie e di ombrelle fiorite dall’odore ancestrale nelle quali pascolano insetti di ogni tipo, inebriati e storditi da quello strano profumo. È pianta eterna il Sambuco, sopravvive agli uomini, e per questa caratteristica veniva piantata sulla linea di confine dei terreni con lo scopo di delimitarli e distinguerli dagli altri. Tagliato o bruciato, ricresce nello stesso posto e tramanda il presente nel futuro. Possiamo usare la parola eternità per definirne la storia.

Il sambuco (Sambucus nigra) non va confuso con l’Ebbio (Sambucus ebulus) che è tossico; si distingue da esso per il portamento arbustivo a differenza dell’ebbio che non lignifica, per la forma delle ombrelle e il portamento basso. In piena fioritura le ombrelle fiorali macchiano di bianco il verde rigoglioso della ripresa vegetativa; numerose e profumate disegnano il paesaggio in modo vistoso. Sono terreno di pascolo per numerosi insetti attratti dall’odore ancestrale che emanano e che si inebriano storditi tra i fiori. Le belle ombrelle sono particolarmente frequentate dalle verdi cetonie che si beano di quei profumi.

L’utilizzo di questa pianta è antichissimo: con le bacche si facevano bevande alcoliche e i fiori si utilizzavano a scopo terapeutico per le sue numerose proprietà benefiche. Nella nostra tradizione la confettura fatta con le nere bacche aveva indicazioni di consumo in caso di stitichezza in quanto è leggermente lassativa. I rami lignificati, che hanno un’anima di midollo morbido che si può asportare, venivano adoperati, ripuliti ad arte dal midollo, per confezionare delle cerbottane che diventavano armi nei giochi di guerra adolescenziali e i rami belli lunghi e dritti erano ottime lance da scagliare contro il nemico.

Oggi con le ombrelle ci facciamo un ottimo sciroppo adatto per drink estivi freschi e profumati, oppure le usiamo per ottime frittelle dolci o salate. Con le bacche si possono fare liquori e confetture.

SCIROPPO DI SAMBUCO

Far bollire tre litri di acqua e lasciare raffreddare. Aggiungere due bicchieri di aceto di mele e zucchero mescolando bene in modo che tutto lo zucchero si sciolga. Aggiungere venti ombrelle di fiori di sambuco ben pulite e cinque grossi limoni del tipo “sfusato di Amalfi” tagliuzzati. Lasciare riposare al sole per tre giorni, mescolando ogni tanto. Alla fine strizzare il tutto, mescolare e cuocere il succo per qualche minuto prima di imbottigliare.

*Con lo sciroppo si possono preparare diversi drink. D’estate sciroppo-spumante-foglioline di menta-molto-ghiaccio ci offrono una bevanda gustosa e dissetante.

 

 

 

Gino Primavera

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Gino Primavera, nato a Guardiagrele (sede del Parco della maiella) ha insegnato Scienza degli alimenti all’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria ed è stato ristoratore. Ha scritto diversi libri sul cibo in tutte le sue sfumature; è autore di libri di poesie e racconti. Ricerca, conserva e distribuisce agli amici semi e talee di piante in via di estinzione, contribuendone alla salvezza.