ARCHEOLOGIA ALIMENTARE rubrica a cura di Gino Primavera: IL VALORE DEL CIBO

Il valore del cibo e la parsimonia

Per definire il valore di un cibo occorre esaminare non solo la sua qualità, il sapore, l’odore, il valore nutrizionale, le condizioni igienico-sanitarie e altri caratteri merceologici, ma anche fattori come quelli indicati da Carlo Petrini, fondatore di Slow food: il buono, il giusto e il pulito. Ecco, oggi sicuramente una caratteristica di un piatto che dà un valore anche morale a quello che mangiamo è l’utilizzo di materie prime che altrimenti potrebbero finire nella spazzatura. Sono piatti etici, antispreco, quelli che utilizzano prodotti salvati dal bidone dell’immondizia e da una visione consumistica alla quale ci siamo abituati. Uno di essi è sicuramente il pancotto che recupera un cibo simbolico quale è il pane.

Pancotto pastorale (in chiave moderna)

Ingredienti per 2 persone

  • 2 cucchiai di olio evo fruttato
  • 1/4 di cipolla
  • 1 rametto di prezzemolo
  • qualche foglia di alloro
  • 4 fette di pane raffermo
  • 4 cucchiai di ricotta di pecora
  • 100 g di òrapi già cotti (spinaci selvatici che potete sostituire con quelli coltivati))
  • 1 manciata di pecorino grattugiato
  • Sale e pepe q.b.

*nella versione contadina è presente l’uovo

Preparazione

Mettete in un tegame largo e non molto alto, preferibilmente di terracotta, mezzo litro abbondante di acqua con due cucchiai di olio d’oliva extravergine, un quarto di cipolla, un rametto di prezzemolo e una foglia d’alloro. Fate sobbollire il tutto a fiamma bassa per 15 minuti, aggiungete sale e pepe e quattro fette di pane raffermo. Lasciate assorbire gran parte del liquido lasciando sul fuoco ancora per 6-8 minuti. Aggiungete 4 cucchiai di ricotta di pecora e gli òrapi già bolliti e ripassati in padella con aglio fritto, tagliuzzati grossolanamente. Infine spargete sul piatto abbondante pecorino grattugiato non stagionato; mescolate e lasciate insaporire per qualche minuto. Mangiate il piatto caldissimo in una serata fredda e serena.

In abbinamento è consigliato un vino novello o un vino bianco di buona struttura.

Nella versione antica dei pastori, il pane secco semplicemente si cuoceva nel siero che si separava dopo la lavorazione del latte per ottenere formaggio e ricotta, e si aggiungevano la ricotta e in primavera gli oràpi.

Nella versione contadina della ricetta si aggiungono uova strapazzate.

Gino Primavera

 

*questa ricetta è tratta dal libro “La cucina della Maiella”, premio speciale del presidente della giuria nel concorso Premio Majella di Abbateggio 2020, autori Lucio Biancatelli e Gino Primavera, ed Tarka

*la ricetta ha vinto il concorso Rifood dell’Università di Teramo quale ricetta antispreco.