UN LIBRO UN LUOGO a cura di David Ferrante: UN’AMORE, LA GUERRA E CHIETI

Un libro a CHIETI – Marino Solfanelli mi fece leggere il suo libro, Un amore nella bufera, prima che fosse stampato. C’erano immagini che mi aveva descritto tante volte: di lui disorientato da quell’armiamoci e partite, di lui una notte intera dentro un canale d’acqua gelida e con i brandelli del suo commilitone, esploso su una granata, sparsi sul corpo…e di una comunissima storia d’amore giovanile in un tempo per niente comune. Un tempo in cui la morte primeggiava ma che non riuscì a uccidere la voglia d’amore e d’onore di un ragazzo.

L’amore di un giovane italiano vissuto nella bufera di una guerra mondiale e, ancor peggio, civile.

          Marino Solfanelli

Leggendo le pagine di Un amore nella bufera, lo immaginavo camminare, chiuso dentro il suo cappotto, lungo un freddo Corso Marrucino di Chieti mentre, con lo sguardo nel vuoto e il pensiero diviso tra l’amore e la patria, rifletteva canticchiando: «A noi la morte non ci fa paura», come magra consolazione a tutto quel freddo di morte, una grossolana esorcizzazione della paura; «ci si fidanza e ci si fa l’amor, se poi ci avvince e ci porta al cimitero s’accende un cero e non se ne parla più». Troppo forte la luce di quell’onore per arrendersi e tornare indietro. «Qualcuno arriccia il naso vorrebbe biasimar ma noi non si fa caso si tira a camminar (…) Vogliam morire tutti crocefissi, per riscattare un’ora di viltà.»

Dalla radio aveva sentito il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani che parlava d’onore da riconquistare, di «stringere il pugno intorno alla spada per cancellare la macchia della vergogna, con la quale l’infedeltà e il tradimento hanno deturpata la bandiera d’Italia.» Si sentiva tradito. Aderì volontariamente alla Repubblica Sociale Italiana, e per questa combatté.

«Una vicenda su cui riflettere, soprattutto da parte di chi con troppa facilità esprime condanne irrevocabili, dimenticando che dietro gli avvenimenti della storia ci sono le vite di uomini e donne che, pur nella diversità dei convincimenti, non possiamo che chiamare fratelli e sorelle», si legge sul retro del libro di Marino Solfanelli.

L’amore dovrebbe sopravvivere nella bufera e ad ogni bufera.

David Ferrante