UN LIBRO UN LUOGO a cura di David Ferrante: LA GABBIANA DI FOSSACESIA

Fossacesia – «Sa di andare incontro a una vita del tutto diversa da quella condotta nella laguna veneziana: una vita di cui quel fuorilegge è padrone. Per questo le va bene il nome che lui ha suggerito. Il gabbiano sembra placido e innocente quando si lascia cullare tra le onde, ma in realtà è un animale forte, battagliero e feroce, proprio come lei.  Cambiare nome è cambiare vita, dice fra sé, e dunque sarò la Gabbiana. Ma per poco, non per sempre.»

   

Fiorella Borin, scrittrice veneziana che più di una volta ha reso omaggio all’Abruzzo con la maestria della sua penna, ambienta nella nostra regione anche il suo racconto Il brigante dalla benda rossa, delle edizioni Delos Digital.

Costa abruzzese, 1592, una galea veneziana naufraga al largo di Fossacesia. Qualcuno dice che è affondata a causa di una tempesta, altri hanno il dubbio che siano stati i pirati uscocchi.
L’unica superstite non vuole parlare: non rivela nemmeno il proprio nome e, con il nomignolo di Gabbiana, si unisce a una sgangherata banda di fuorilegge. Il loro capo, soprannominato Il Guercio, deve fare i conti non solo con i gendarmi, ma anche con un’implacabile maledizione. Ora, alla durezza della vita alla macchia, fatta di agguati, rapine e nascondigli ogni giorno diversi, si è aggiunto qualcosa che somiglia all’amore e che non riesce a vivere distratto da troppi enigmi, menzogne e tradimenti.

Qual è il filo che collega l’assassinio di un magistrato veneziano all’omicidio di un vecchio pescatore abruzzese? Chi è l’uomo dal mantello nero, che fa troppe domande e spia tutti i movimenti della Gabbiana? Che cosa contiene la cassettina misteriosa di cui solo lei conosce i segreti? E in tutto questo, che ruolo giocano i pirati uscocchi?

Le risposte le troverete leggendo questo imperdibile libro nel quale troverete anche un’altra risposta: la bravura di Fiorella Borin.

«È il re dei boschi, pensa lei, ma subito si corregge: È solo un brigante, finirà impiccato per la gola. Quando ci siamo fermati a riposare e lui si è assopito, nel palmo della sua mano sinistra ho letto il presagio di una vita breve, ma luminosa come la luce che precede il temporale.»

 

David Ferrante

Curatore della rubrica di recensioni librarie: UN LIBRO UN LUOGO