UN LIBRO UN LUOGO a cura di David Ferrante: CAPODANNO DI SANGUE A TERAMO

Un libro in un capodanno di sangue in Abruzzo – È la vigilia di capodanno, un’assistente in un istituto per disabili viene assassinata sul posto di lavoro nel corso di un incontro sessuale clandestino e in circostanze scabrose e crudeli. A fare da sfondo alla vicenda, la Teramo terremotata che fatica a riprendere quota. Protagonista principale è l’abuso da narcisista maligno, un male che nella contemporaneità sta conoscendo una virulenza devastante. Accanto all’istituto di riabilitazione, scena del delitto, c’è un convento in cui risiedono le suore Gertrudine che non disdegnano la cura di sé, il maquillage e gli abiti civili.

La PM incaricata del caso, una bellissima ultracinquantenne aristocratica, delega l’inchiesta all’ispettore capo Vera Ferri, reduce da una relazione tossica, affiancata dall’angelicata ispettrice Stella Bellosguardo. Il magistrato è stata l’amante del padre della Ferri.

Questo solo un accenno della fitta trama e di alcuni dei personaggi del romanzo thriller di Caterina Falconi, Rose di Capodanno.

Caterina Falconi ha scritto tanto sperimentando vari generi. Attualmente pubblica con Vallecchi Firenze, per il quale è uscito anche il romanzo Dimmelo adesso, e collabora con Rusconi Libri come riduttrice dei grandi classici e come autrice della collana di gialli per ragazzi “Giovani Ficcanaso”.

Caterina, perché hai scelto di ambientare il tuo crime in Abruzzo?

Un autore è credibile solo se racconta di ciò che conosce. Sono abruzzese, e la necessità di inquadrare in una cornice narrativa le mie storie mi ha riconnessa con la mia terra. Tra me e l’Abruzzo, nella fattispecie l’Abruzzo teramano, durante la stesura di Rose di Capodanno è scoccato un amore tardivo. Più facevo ricerche sul territorio, più ero incantata dai “miei” posti. Quest’affezione è poi cresciuta e si è articolata, tanto che il mio prossimo romanzo sarà incentrato sul sincretismo religioso della nostra terra, tra le più misteriose ed esoteriche d’Italia, e sul suo suggestivo folclore.

Come mai hai deciso di collocare la storia a ridosso della grande nevicata del 2017?

Il grande gelo che assestò il colpo di grazia a una terra abituata a sentirsi “risparmiata” dagli eventi climatici (da noi le rose fioriscono anche a Capodanno), ha assestato lo scossone decisivo all’economia e all’umore dei miei conterranei dopo i terribili terremoti inaugurati dall’infernale sisma che distrusse L’Aquila nel 2009. Volevo parlare del coraggio dei miei conterranei, che sono riusciti a rialzarsi da una concatenazione di catastrofi imprevedibili e immeritate.

Hai scelto di coniugare il tema della calamità a quello dell’abuso narcisistico, a tuo avviso matrice del male e del crimine?

La Teramo terremotata, sfigurata e attonita era la cornice che più si attagliava al delitto su cui avrebbe indagato un team di donne singolari e bellissime. Le macerie avrebbero rispecchiato le vite rase al suolo dagli abusi relazionali.

Nel romanzo citi Atri, che pare essere la tua città del cuore.

Atri, la città dei Faugni, non poteva mancare. Nel prossimo romanzo, l’investigatrice protagonista dirà a un certo punto: “Tutto il mondo è paese. Questo paese”. Ecco, per me Atri non è solo l’epicentro di antichi culti, la città degli Acquaviva dove addirittura, secoli prima, nacque l’imperatore Adriano… per me Hatria è il centro del mondo, conchiusa nella sua bellezza, nel suo mistero e nel suo incanto.

Capodanno è vicino, meglio prepararsi leggendo Rose di Capodanno di Caterina Falconi, edito da Vallecchi.

 

David Ferrante

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Scrittore e sociologo, appassionato studioso e divulgatore della cultura popolare. Ha all’attivo diversi scritti d’impronta sociologica tra i quali due monografie pubblicate dalla Tabula fati e vari saggi all’interno di collettanee edite dalla Franco Angeli, dall’Università d’Annunzio di Chieti, ecc.

Tra i suoi lavori dedicati agli aspetti magici e leggendari della cultura popolare, oltre a diversi racconti, il saggio Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018-2020). È ideatore e curatore delle antologie L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo (2019), Fate, Pandafeche e Mazzamurelli. Storie di miti, superstizioni e leggende d’Abruzzo (2020) e Magare. Storie di Streghe d’Abruzzo v.2.

Nel 2022 esce la sua prima silloge personale Il dolore della luce. Racconti di streghe, fantasmi e d’amore in cui reale e irreale, amore e crudeltà cercano un punto d’incontro e di fusione.

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