E’ nato nella Capitale, nel 2009, a Policlinico Gemelli, il primo centro italiano per lo studio e la cura delle dipendenze da Internet. L’ambulatorio, che fa parte del sistema sanitario pubblico, è dedicato proprio ai disturbi che l’uso, soprattutto l’abuso, di Internet possono provocare. Ne parliamo con il dott. Federico Tonioni, responsabile del centro e autore del libro “Quando internet diventa una droga” (Einaudi), nel quale offre soprattutto ai genitori consigli e validi suggerimenti per aiutarli a recuperare figli “vittime del web”. Quali sono i sintomi di dipendenza da Internet? Esistono sintomi di intossicazione e sintomi di astinenza. I primi producono comportamenti dissociativi crescenti e si concretizzano con un progressivo ritiro sociale, riduzione della performance scolastica fino all’interruzione degli studi, una mancata partecipazione attiva alle dinamiche familiari, distacco emotivo, alterazione del ritmo sonno veglia, pallore. Al contrario il principale sintomo di astinenza è la rabbia con aggressività auto ed etero diretta. Quali i numeri riguardanti queste patologie? C’è già una casistica di riferimento? In quasi due anni di esperienza sul campo abbiamo visitato oltre 220 casi tra giovani e adulti, che hanno dato forma a due gruppi di pazienti: il primo composto da individui adulti (28/40 anni) dediti soprattutto alla pornografia e al gioco d’azzardo on line, già consapevoli di aver sviluppato una dipendenza, forse perché appartenenti ad una generazione pre- digitale. Il secondo che racchiude l’80% dei casi trattati è composto principalmente da giovanissimi (12/25 anni) dediti soprattutto a giochi di ruolo e abuso dei social network (Facebook). La cosiddetta “generazione digitale”? Esatto. Questi adolescenti hanno basi mentali diverse perché sono nati e cresciuti in relazione con un mondo defi nito globale in cui le variabili spazio –temporali sono vissute in modo diverso, con una minore consapevolezza dei problemi derivanti dall’uso eccessivo di internet. Cosa possono fare i genitori? Abbiamo spesso di fronte genitori sempre più angosciati, che arrivano a “staccare la spina” in senso letterale o a sottrarre i modem dei computer pur di interrompere la dipendenza dei propri figli, ma in realtà finiscono per innescare reazioni aggressive e violente. In questo contesto il gap generazionale che divide genitori e figli, adulti e adolescenti sembra aumentato di molto, addove i figli consapevoli della loro maggiore competenza del mondo digitale, non riconoscono ai genitori un ruolo di riferimento significativo. Nei nostri protocolli di intervento, i colloqui sono mirati a sondare la struttura mentale sottostante ai sintomi cercando di riabilitare negli adulti i livelli di dipendenza patologica e i figli consapevoli della loro maggiore competenza del mondo digitale, non riconoscono ai genitori un ruolo di riferimento signifi cativo … negli adolescenti i livelli emotivi, ma il lavoro deve essere graduale, quindi mai impedire bruscamente o con la forza l’uso del computer ad un adolescente, perché potrebbe innescare dinamiche ancora più gravi. Meglio proporre, se possibile una diminuzione progressiva delle ore di connessione provando magari a comprenderne la fatica.