Controguerra:“capoluogo irraggiungibile”

controguerraSituato in piena Val Vibrata, eccellenza regionale dell’ enogastronomia, i l Comune di Controguerra ha difficolta’ oggettive, con il capoluogo di provincia, legate alla distanza. Il suo sindaco Mauro Giovanni Scarpantonio fornisce spunti interessanti: “Come centro periferico della provincia, Controguerra ritiene ottimali i servizi forniti dal capoluogo, ma,

per forza di cose, appaiono faticosi da raggiungere e, di conseguenza, anche da apprezzare”.Per una cittadina come Controguerra, a due passi dal Piceno, è inevitabile il confronto. “L’efficienza di Teramo è buona, paragonabile a quella di Ascoli, ma per i miei cittadini è difficile arrivare. Se penso che l’Ascoli – Mare è nata nel 1970 e la Garrufo – Teramo (ovvero la cosiddetta Pedemontana Marche – Abruzzo ndr) è stata realizzata solo a metà e da molto meno tempo, le difficoltà sono fin troppo evidenti”. Le parole del sindaco non fanno una piega e l’inaugurazione del Lotto “0” ha solo attutito la viabilità in ingresso e inuscita da Teramo che, per essere raggiunta, necessita comunque di almeno 40 minuti. “Recarsi a Teramo per gli abitanti del mio paese è percepito come un viaggio, una trasferta. Teramo è la classica città di provincia che non vive di programmazione, e non è stata mai concepita come centro di servizi per un vasto bacino d’utenza. Parcheggi e viabilità sono l’emblema della mancanza di programmazione e di organizzazione degli spazi urbani”. Critica severa, ma condivisibile per chi si trova così distante e mal collegato, ma Scarpantonio propone anche interessanti soluzioni. “Implementare i servizi telematici, collegare i Comuni fra loro a livello informatico, digitalizzare alcune procedure, delocalizzare alcuni uffici sarebbero alcune idee per migliorare i servizi e, allo stesso tempo, ridurre i problemi riconducibili alla mobilità, come inquinamento, traffico, caos cittadino”. Il sindaco ha le idee chiare anche per valorizzare l’enorme patrimonio storico – culturale ed enogastronomico della Val Vibrata e dell’intera provincia di Teramo “che andrebbe messo a sistema e resofruibile alla grande quantità di turisti che si riversa sulla costa teramana, che altrimenti, considerando le diffi coltà infrastrutturali, tende a dirigersi verso l’ascolano”. In conclusione, su l’emigrazione di alcuni Comuni in Province limitrofe il sindaco ritiene che “se proprio deve nascere, una nuova territorialità non può fondarsi sui problemi, bensì sulle identità reciproche ed una omogeneità territoriale. La Val Vibrata, ad esempio, è separata da Ascoli dal fiume Tronto che rappresenta una divisione fisica del territorio e ritengo che non ci sia percezione di tale omogeneità territoriale”. In fondo, conclude il sindaco, legandosi anche all’Unità d’Italia che festeggia i suoi 150 anni di vita, prima del 1861 “anche la storia ci aveva diviso…”