TERREMOTO TERCAS

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Dopo il “caso S. Marino”, il blitz della Finanza e il cambio al vertice, arrivano la crisi e il bilancio in rosso. Con tante novità in vista per un glorioso istituto di credito che ha fatto la storia della provincia teramana…che fosse un “terremoto” alla Cassa di Risparmio di Teramo, la piùforte e importante in Abruzzo, lo avevamo già sospettato. Dopo il cambio al vertice con Antonio Di Matteo che parte e Dario Pilla che arriva alla direzione generale, a ruota un altro fatto rivoluzionario e clamoroso. Quello del bilancio

che, per la prima volta, dopo anni di marcia trionfale e “vacche grasse”, chiude in rosso (-9 milioni di euro). Né basta agitare il mantello della crisi per spiegare tutto. C’è dell’altro e provvede la cronaca a farcelo scoprire… Per esempio, la spericolata operazione da 23 milioni di euro fagocitati dal cosiddetto maxi-fallimento Di Mario, con buco complessivo da 800 milioni, ora all’attenzione della magistratura romana. Ma c’è tutto un tratto di strada ancora da esplorare e portare alla luce, magari con il favore della svolta al vertice e il debutto di un nuovo direttore generale,tosto e volitivo, che ora parla anche di “novità” persino nell’informazione e nella trasparenza. Per costruire una BancaBella a portata di clic. Vedremo. Intanto, in primis, andrebbe affrontata la spiegazione non data della improvvisa partenza, nel momento più bello della festa, di colui a suo tempo era solennemente celebrato come regista-campione della maxi-fusione Caripe. Detta “della crescita e dello sviluppo”. Ma la marcia verso l’espansione del potente istituto di credito si è poi subito bloccata. Non è andata avanti. Stop a nuovi acquisti e acquisizioni. Il nuovo dg Dario Pilla si è subito affrettato ad escluderli tassativamente, ripiegando sul territorio, con una politica di maggiore attenzione. Dopo che il co-protagonista del maximatrimonio consumato in riva all’Adriatico, aveva fatto velocemente le valigie per andarsene insalutato ospitate. Letta inaspettatamente la “notiziabomba”e colti di sorpresa, in molti erano rimasti basiti e insoddisfatti. Perché mai il ” fine stratega” della finanza abruzzese d’avanguardia, colui che “pensava in grande” ed era riuscito ad inghiottire la Caripe con la prospettiva di papparne altre, perché mai lasciava? L’interrogativo è tuttora in piedi, in attesa di risposta. Ma arriverà? Dario Pilla, manager che parla spesso e volentieri con la stampa, promette una svolta anche nel modo di comunicare e, si spera, nel rendere trasparente fino in fondo pure il periodo che lo ha preceduto, dando corso ad un punto importantissimo del suo programma. Quello di “imparare ad ascoltare il territorio”. Un rapporto che negli anni, fin dai tempi del grande Ercole Grue, ha reso forte e unica la Cassa di Risparmio di Teramo. Un vincolo di trasparenza e fiducia da difendere e consolidare, svelando con coraggio e senza ombre tutto ciò che di bello o no si è verificato nella storia recente dell’importante istituto di credito, facendo cadere finalmente quella coltre soffice e discreta che a tratti non ha favorito la banca e, tanto meno, la vasta platea dei clienti. Quando ha avuto campo libero il non detto o il gossip, come per le vicende di S. Marino, di cui spesso si è solo sussurrato. Un capitolo tutto da leggere e da analizzare, per conoscere fino a che punto le attuali difficoltà di bilancio abbiano un fi lo convicende ed operazioni non abbastanza svelate e conosciute. Il cambio ai vertici Tercas avrebbe dovuto fornire l’occasione per chiarire e fugare ogni dubbio, ma è stato solo normale passaggio delle consegne dal vecchio al nuovo. Semplicemente. Si può dire che l’ “operazione trasparenza” sia appena iniziata e che rimanga del tempo- dal “caso S. Marino” al resto- per rispondere a pettegolezzi e illazioni che hanno connotato l’ “era Antonio Di Matteo”. Personaggio di “grande professionalità e ambizione”, è stato detto. Forse troppo, aggiungiamo, avendo il suo nome fatto spesso capolino nelle cronache della repubblica del Titano e nazionali. Oltre che su quelle locali, in Abruzzo. A cominciare da quel primo fragoroso squillo di trombe, quando apparvero sulle cronache almeno cinquanta nomi di abruzzesi “amici di S. Marino” coinvolti in una vicenda oscura, da “paradiso fiscale” e altro. A seguire il “blitz” del 30 giugno 2011, quando uomini della Finanza si presentarono negli uffici della direzione generale Tercas di corso S.Giorgio nell’ambito di situazioni non chiare che vedevano coinvolte la banca di fiducia dei teramani benestanti e una banca di S. Marino, in indagini che rimbalzano da una nprocura all’altra. Operazioni sospette sulle quali il colonnello Roberto Di Mascio e gli uomini della Guardia di Finanza “avevano chiesto delucidazioni riguardo ad operazioni contabili attivate da un gruppo di conosciuti imprenditori teramani, titolari di un conto corrente nella banca della piccola repubblica in terra romagnola…” . Il tutto partendo “da una indagine per presunta evasione fiscale aperta da una procura del Nord Italia”. Le indagini si erano poi spostate a Teramo per un motivo ben preciso: “Pare che tra gli evasori fiscali, infatti, ci fossero rinomati quanto conosciuti industriali e professionisti teramani titolari di conti correnti nell’Istituto di S. Marino e finiti nella rete dell’inchiesta per evasione”. Dal che dovrebbe dedursi che il lavoro della magistratura, non ancora concluso, presto farà emergere fatti e nomi. Arriverà così il momento in cui cominceranno a chiarirsi i molti punti oscuri, almeno si pensa. L’uscita di Di Matteo dalla Tercas e la successione ai vertici per ora non hanno favorito, su questi aspetti, l’accendersi di nuovi riflettori per fare chiarezza su presunte spericolate operazioni di ingegneria finanziaria compiute; sulle luci e le ombre della “spedizione” teramana a S. Marino; sul commissariamento dell’istituto bancario nato dalle ceneri della Banca del Titano e, dulcis in fundo, sull’intreccio fra affari & “banchieri made in Teramo”. Protagonisti di una storia che sicuramente conosceremo al più presto e nella sua interezza. Il cambio ai vertici Tercas avrebbe dovuto fornire l’occasione per chiarire e fugare ogni dubbio, ma è stato solo normale passaggio delle consegne dal vecchio al nuovo…