TEAM, la storia

rifiuti raccolta differenziataLa Teramo Ambiente, Te.Am. s.p.a., società mista pubblico-privata che si è costituita il 25 novembre 1995, operativa dal 1° marzo 1996. Capitale Sociale € 1.291.000,00; i soci pubblici, che detengono il 51% delle azioni, sono il Comune di Teramo (49%), MO.TE. e Ambiente S.p.A. (ex CO.R.S.U. Consorzio Comprensoriale per la Costruzione e gestione associata degli Impianti di Smaltimento di Rifiuti Solidi Urbani) per il 2%. Il socio privato (49%) è Enerambiente

s.p.a. costituitasi dopo mille vicissitudini nel 2007, nata da una costola della SLIA s.p.a. (a tempo interdetta dal Prefetto di Napoli su segnalazione dell’antimafia) che faceva parte della holding di Manlio Cerroni, re dello smaltimento dell’immondizia romana, laziale e non solo. La SLIA fu venduta nel 2000 a Stefano Gavioli che la liquidò nel 2005. Nello stesso anno senza mandato del Cda della Te.Am, l’allora presidente Lanfranco Venturoni avrebbe deliberato l’acquisto del 60% delle quote della società Tecnogyl srl, costituita il 12 luglio 2007 dai fratelli Di Zio, con capitale conferito dalla De.Co. (40%) dei fratelli stessi, trasformata in Team tecnologie Ambientali il 19 luglio 2007. Da qui l’inizio delle vicissitudini giudiziarie dei tre. Venturoni è coinvolto nell’inchiesta di “rifiutopoli” della Procura di Pescara. Secondo i magistrati lui e i fratelli Di Zio avrebbero messo in atto un piano per favorire in maniera illegale la De.Co. per la costruzione e gestione di un impianto di bioessicazione dei rifiuti a Teramo senza gara d’appalto. Come corrispettivo per l’acquisto delle quote societarie, Venturoni avrebbe preso 30 mila euro della TeAm versandoli alla De.Co., per favorirla nella realizzazione dell’impianto. Venturoni avrebbe inoltre attribuito il progetto che la Team aveva presentato alla regione alla De.Co., dietro pagamento dei costi di realizzazione del progetto (76 mila euro) e si sarebbeoccupato dell’aumento di capitale sociale della TeAm Tecnologie Ambientali, facendo in modo che la De.Co. conferisse il progetto dell’impianto e che la TeAm comprasse dei terreni situati a Terrabianca. Nell’inchiesta figura anche un avvocato brindisino,Giovanni Faggiano, 51 anni, ex AD proprio di Teramo ambiente, dimessosi nel 2010 e sostituito da Stefano Gavioli. Il pugliese, ex AD anche di Enerambiente spa, già indagato in quella che i giornali pugliesi hanno definito la Tangentopoli brindisina nel 2007 (che pilotava appalti e finanziava campagne elettorali dietro pagamento di denaro), è stato condannato in primo grado, assolto in appello e ora in attesa della sentenza della Cassazione. Attualmente Faggiano è in carcere a Napoli per un’inchiesta che lo vede al centro di un giro di tangenti sempre legate al mondo dell’immondizia. Respinge tutte le accuse, ma Salvatore Fiorito sostiene che l’avvocato gli aveva parlato della necessità di versare tangenti ad Asia, la società del Comune di Napoli per la raccolta dei rifiuti. Secondo quanto riportato da un quotidiano nazionale che vi sarebbero state “assunzioni inutili ed illegali nel settore rifiuti e tangenti che venivano versate anche a funzionari dell’Asia. (…) Due arresti, quelli di Faggiano e Corrado Cigliano(…) i quali avrebbero imposto l’assunzione di personale da loro segnalato sulla base di indicazioni preferenziali da dirigenti e amministratori di Enerambiente, politici e sindacati”. La cooperativa San Marco “fu costretta ad assumere fittiziamente un’amica di Corrado Cigliano, Kaori Nogami, e a pagarle uno stipendio di 1.300 euro al mese in assenza di qualunque prestazione lavorativa”. Anche il subentrato Stefano Gavioli si è dimesso da AD della Team: è anch’egli indagato nell’inchiesta “Pecunia non olet” della Procura di Catanzaro. La Guardia di Finanza, eseguendo un’ordinanza delgip del Tribunale del capoluogo calabrese, Abigail Mellace, ha sequestrato alcuni beni tra cui una villa a Cortina d’Ampezzo, una barca a vela, automobili di grossa cilindrata e quote societarie. Tale operazione si è resa necessaria perché “uno degli imprenditori e più precisamente Stefano Gavioli, stava per alienare tutti i suoi beni per portare il denaro all’estero”. Semplificando al massimo, il sistema usato era una costruzione continua di “scatole cinesi”, costituendo continuamente nuove società per evadere il pagamento delle imposte. La discarica di Alli di Catanzaro era gestita dalla Slia spa-dunque riconducibile a Gavioli, Faggiano e Loris Zerbin- che cedeva ad Enerambiente la gestione e tutti i crediti vantati. Alla Slia, messa in liquidazione, rimanevano i debiti. E’ costituita successivamente una nuova società, la Enertech, alla quale venivano ceduti i crediti e la gestione della discarica. Anche alla Enerambiente restavano i debiti. Pure Equitalia ha inviato all’ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale una comunicazione nella quale si segnalava che le società Slia e Enerambiente erano debitrici di ingenti somme di denaro, ma il funzionario dell’Ufficio in questione, Domenico Richichi, è indagato nell’inchiesta: piuttosto che “avere a cuore i pubblici interessi, si occupava della sorte finanziaria della Enerambiente- Enertech”(ordinanza del gip). Faggiano ha ricevuto la notifica in carcere. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, ha avuto un intenso scambio informativo con la Procura di Napoli. Questi i tre filoni d’inchiesta. Per quanto riguarda quello pescarese, la prima udienza preliminare di “rifiutopoli” si terrà l’11 ottobre. Nel corso della prossima udienza i difensori solleveranno la questione di incompetenza territoriale del tribunale di Pescara, vista di solito come un rimedio per avere ancora tempo. Raimondo Micheli, presidente della TeAm, ha annunciato che lascerà l’incarico e tornerà a fare politica. Tra le altre cose, si segnala che il presidente dell’AGCM (Autorità Garante Concorrenza Mercati) ha fatto notare al sindaco Brucchi “le distorsioni concorrenziali direttamente ricollegabili alla delibera ( n.41 20/1/2010) con la quale il Comune ha confermato alla Te.Am. spa, senza l’esperimento di una procedura competitiva ad evidenza pubblica, l’affidamento dei servizi pubblici locali fino al 2015, sottolineando che tale affidamento è palesemente contrario alle norme sulla libera concorrenza”. In questi giorni si sta valutando la possibilità di liquidare la Te.am. – per cui preme l’opposizione di centro sinistrao di rinominare un nuovo Cda avente probabilmente a capo Fernando Cantagalli, con un passato da uomo nel settore pubblico, già dirigente dell’amministrazione provinciale poi passato al Comune come assessore. Al momento di andare in stampa il sindaco di Teramo, dopo colloquio intercorso col Procuratore di Catanzaro ha deciso di rinviare l’Assemblea dei soci e conseguentemente le nuove nomine del Consiglio. Occorre tale rinvio perché il custode cautelare, il dott. Reali, deve individuare i due rappresentanti che dovranno sedere nel Cda, assieme ai tre membri nominati dal Comune. Nonostante siano scaduti i 45 giorni dopo l’approvazione del bilancio la situazione è ferma, ma il sindaco preme affinché sia garantita almeno l’operatività della Te.am.