Risorse della nostra terra.

fonte_della__noce_teramo_primapaginaTeramo è una città piena di verde, non serve certo un articolo per ribadirlo o sottolinearlo. Occorre tuttavia precisare che questa potenzialità del nostro territorio viene spesso messa in secondo piano e non è mai sfruttata appieno. Il giro con Alberto Melarangelo comincia allora appena sopra uno degli ingressi al parco del Vezzola dove sorge una casupola abbandonata. “Questo piccolo edificio era stato

richiesto in gestione dal Wwf per farne un centro di educazione ambientale rivolto soprattutto alle scuole. Un’iniziativa funzionale e di valore proprio perché all’interno di un parco fluviale. Purtroppo questa gestione non è stata data:ilWwf si sarebbe preoccupato anche della manutenzione di parte del parco. Si può dire che è un peccato?” Certamente lo si può dire.A questo punto viene da chiedersi come si possa valorizzare un parco fluviale che rischia continuamente di scivolare nel degrado. Melarangelo risponde: “Dando in gestione zone del parco ad associazioni giovanili e, soprattutto, di naturalisti: ci vogliono dei bandi di concorso a progetto. Anche con finanziamenti non particolarmente cospicui si può già cominciare a fare molto. I parchi devono essere completati. Non solo. Alcune associazioni ciclistiche stanno da tempo caldeggiando la creazione di una pista ciclo-pedonale che congiunga i due parchi fluviali fino al mare. Il sentiero è praticamente già tracciato: bisogna solo sistemarlo e renderlo fruibile. Sarebbe un percorso favoloso tale da creare una fruizione maggiore di questi parchi. Soprattutto è un modo per sfruttare appieno le potenzialità del nostro territorio”.Proseguiamo la passeggiata andando al famoso ‘Ponte dell’impiccato’: nascosto sotto un tetto di lamiere rette da tubi di ferro arrugginito si intuisce la forma a schiena d’asino del ponte il cui impianto era romano, ma che ha conservato l’ultima forma medievale.”Questo ponte dopo che alcuni anni fa è stato messo in luce è ora in abbandono. Certamente a molti questo neanche interessa, eppure è un altro pezzo della storia teramana che se ne va. Manca completamente una segnaletica storico-artistica dei beni culturali di Teramo”. Il cartello, è effetti -vamente  rotto. Sotto il ponte c’è acqua stantia delle ultime piogge. La situazione è di abbandono. “Qui avvenne l’ultima esecuzione capitale sotto il regno borbonico. Da questo ponte poi si passa direttamente alla ‘Fonte della noce’, con cui era collegato”. Camminiamo verso il luogo indicato. Dopo una quarantina di metri si apre un giardino (incolto) dall’architettura discutibile, ma subito un allegro gorgoglio d’acqua ci accoglie. Siamo a uno dei vecchi lavatoi di Teramo, per altro una fonte naturale. “Fonte della noce è un altro luogo storico di Teramo. Oltre ad essere uno dei lavatoi della città, è famoso perché vi si fermò la regina Giovanna d’Aragona”. Osservo subito l’iscrizione che lo ricorda. Il lavatoio ormai non serve più, si può ben capire, eppure un posto così suggestivo non è ancora valorizzato a dovere: questo è certo. Il problema è che spesso vengono fuori fondi smisurati per progetti enormi e spesso invasivi verso l’ambiente cittadino, mentre le piccole – ma fondamentali – migliorie che si possono apportare con poche spese al tessuto cittadino vengono tralasciate per mancanza di fondi. Melarangelo aggiunge: “Uno spazio che ha una fonte naturale deve essere per forza dato in gestione perché venga valorizzato: si potrebbero studiare progetti col Bim, con il Ruzzo o con altri enti. Lo avevo già segnalato a proposito dell’altro lavatoio,in quartiere San Giuseppe. Teramo è ricca di questi beni, è ricca di natura ed ha in questo ambito potenzialità immense… manca un occhio realmente imprenditoriale, perché spesso si smarrisce il senso di bene comune e quindi di ricchezza. Qui forse più che su altro si dovrebbe puntare anche per garantire spazi sempre più vivibili ai cittadini, agli studenti universitari e ai nostri turisti”. Queste restano belle parole che ogni teramano di certo vorrebbe vedere trasformate in realtà. Restano sempre alcuni nodi irrisolti: c’era un project financing che mirava allo sviluppo e alla messa a posto degli impianti sportivi in tutti e due i parchi fluviali teramani. È sparito? Qualcuno sa dire che fine ha fatto?