“Incubo” passi carrabili

incubo passi carrabiliI chiarimenti di Manola Di Pasquale, consigliere comunale di minoranza e presidente dell’assemblea regionale del Pd. Passi carrabili, spieghiamo, chi deve pagare? “La confusione l’ha fatta il comune di Teramo – risponde l’avv. Di Pasquale – perché ha confuso la regolamentazione dei passi carrabili del codice della strada con l’occupazione del suolo pubblico.

Secondo il Codice della Strada (art. 22 E 46 c.3) Gli accessi carrabili delle case devono essere autorizzati. L’autorizzazione necessita per controllare requisiti ben precisi, dal momento che il codice della Strada tutela la sicurezza stradale. Quindi, se qualcuno apre un passo carrabile in curva e si immette sulla strada causa pericolo per il transito dei mezzi”. Se si costruisce un palazzo od una casa si ha bisogno di autorizzazioni e concessioni edilizie che autorizzino la costruzione e gli accessi. Il regolamento del codice della strada è stato modificato nel 1996. “Si suppone che tutti i palazzi realizzati dopo quwll’anno, che hanno accessi carrabili, siano stati regolarizzati. Se viene rilasciata la concessione edilizia, si sarà pur dovuto controllare che un garage era a norma. Probabilmente esisterà qualcuno che ha fatto il ‘furbo’ ma si può e deve controllare e sanzionare e rimesse nello stato di rispetto della norma”. L’occupazione di suolo pubblico, invece, è un canone che si paga quando si usa il suolo pubblico con una fi nalità diversa di quella a cui è destinato, e lo si fa occupandolo o facendone un uso esclusivo. “Se a piazza Martiri devo mettere delle transenne o devo appoggiare dei ponteggi o mettere tavolini, bisogna pagare il canone per occupazione, Cosap – Canone di locazione del suolo pubblico.” L’accesso carrabile è cosa distinta dall’occupazione “sono due binari, che talvolta si incontrano. Quando l’accesso diventa passa carrabile ai sensi dell’art. 44 C.4 Legge del 1993. Cioè quando il passo carrabile per poter essere attuato deve occupare il suolo pubblico. Esempio, l’accesso è situato prima di un marciapiede, bisogna tagliare il marciapiede (suolo pubblico) e bisogna pagare la tassa. Se invece, l’accesso è a raso, o a fi lo, cioè apro il cancello e mi trovo sulla strada, senza fare nessuna opera sul suolo pubblico, non c’è occupazione: non bisogna pagare nessun canone, – continua il consigliere Di Pasquale –. Se invece mi trovo ad avere un accesso che regolarmente viene occupato da macchine che parcheggiano, si può richiedere di avere un cartello di divieto di sosta, per evitare che le persone parcheggino. In tal caso si parla di occupazione virtuale, ovvero impedendo ad altri di posteggiare, ed apponendo il divieto di sosta, sia ha un uso esclusivo di un’area pubblica e quindi necessità di pagare il canone”. Cosa è successo a Teramo? “Il Comune ha introdotto nel regolamento della Cosap l’art. 15 Bis, che regolamenta occupazione mediante passo carrabile. L’articolo in argomento, è chiarissimo: parla di occupazione e non di tutti i passi carrabili”. Il Comune, ha predisposto un modello per la regolarizzazione dei passi carrai. “Nel modulo però è scritto che si chiede il rilascio per l’occupazione del suolo pubblico. In particolare, prendiamo in esame il secondo punto che tratta di passi carrabili a fi lo disciplinati dall’art. 43. L’art 43 dice che quando il passo carrabile è a fi lo l’apposizione del divieto di sosta è subordinato alla richiesta”. In pratica. Chi sottoscrive il modulo, predisposto dal Comune, richiede l’apposizione del divieto di sosta. “Ma la richiesta avviene spesso inconsapevolmente, perché si è ricevuta