“IL FUTURO NELL’INNOVAZIONE”

imprendCon il direttore di Confindustria Teramo, Nicola Di Giovannantonio, ricostruiamo gli errori del passato, pensando con fiducia al domani

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…”, così inizia la nostra Costituzione, ma il momento non è dei migliori. È un periodo nero per l’economia italiana e la crisi colpisce soprattutto il mondo del lavoro, da dove è necessario ripartire per risollevare le sorti del nostro Paese. “Costruire il futuro è un’impresa possibile. Ma lo si può fare solo se si cambia passo su alcuni nodi decisivi: welfare, occupazione,

istruzione, burocrazia, fi sco, infrastrutture. Servono vere riforme strutturali che ringiovaniscano il Paese, conferendogli un assetto a misura dei giovani e delle imprese”. Questa, in sintesi, la richiesta che il Coordinamento Nazionale Giovani Imprenditori (composto dai Movimenti Giovani di Confagricoltura, Cna, Confartigianato e Confcommercio) ha espresso in una lettera inviata a novembre, subito dopo il suo insediamento, al Presidente del Consiglio Mario Monti. Abbiamo sentito il dott. Nicola Di Giovannantonio, direttore di Confindustria Teramo, per conoscere l’opinione degli imprenditori sulla salute dell’economia locale e sulle possibili strategie per migliorarne le prospettive future. “Lo stato dell’economia provinciale, o meglio, dell’industria provinciale, è preoccupante e senza ombra di dubbio possiamo dire che siamo in piena recessione e ci aspettiamo per i prossimi mesi un ulteriore peggioramento. I dati del primo trimestre 2011, che mettevano in evidenza qualche timido segnale di ripresa, facevano ben sperare, ma già all’inizio di aprile 2011 i dati sulla produzione non lasciavano intravedere nulla di positivo. Il grado di utilizzo degli impianti, alla fi ne di giugno, si è attestato intorno al 66% , secondo un sondaggio condotto dalla Banca d’Italia, e circa il 70% delle imprese ha confermato che la produzione è rimasta pressoché invariata o in diminuzione rispetto al periodo precedente. Per l’anno in corso, la percentuale delle imprese che hanno dichiarato di incrementare il fatturato della propria attività non supera il 14% . Inoltre, è confermata una tendenza al rallentamento degli investimenti con una stima in diminuzione di circa il 4,8%. Addirittura il 30% delle imprese prevede di non fare alcun tipo di investimento. Mi permetta una brevissima considerazione riguardo i dati della Cassa Integrazione Guadagni. Al di là dei numeri delle ore autorizzate, l’anno appena concluso ha fatto notare una diminuzione delle ore di CIG Ordinaria, un incremento importante della CIG Straordinaria (oltre 11 milioni di ore) e della Cassa in deroga. Questa situazione mette in evidenza che la gran parte delle imprese, terminato il periodo della CIG ordinaria, è entrata nella Cassa Straordinaria. Credo sia il termometro che mette in evidenza quanto la situazione sia delicata”. Ma quali sono, secondo lei, i motivi di questa prolungata stagnazione? “A mio modo di vedere, ciò che più preoccupa il sistema delle imprese è l’accesso al credito, sempre più selettivo e costoso e temo che questa situazione di diffi coltà, nei prossimi mesi, possa ulteriormente aggravarsi. I prestiti alle imprese, già all’inizio del secondo semestre 2011, mostravano un rallentamento e via via, con il trascorrere dei mesi, questo rallentamento è diventato sempre più vistoso. Un altro problema sicuramente rilevante è rappresentato dalla difficoltà della riscossione dei crediti, specie quelli verso la Pubblica Amministrazione. Questo è un aspetto considerevole, in quanto le imprese – che già soffrono per le diffi coltà di ottenere affi damenti dalle banche – fanno fatica a gestire il corrente, fino al punto di entrare nella zona critica del default. Non a caso, le esposizioni incagliate assumono percentuali crescenti man mano che passano i mesi”. Eppure la provincia teramana, tradizionalmente, veniva indicata come un piccolo esempio positivo di sviluppo. Cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa? “Ho iniziato il mio ventottesimo anno di servizio presso Confi ndustria Teramo e penso di avere una buona memoria storica dell’industria provinciale. Negli anni ’80, l’economia della provincia di Teramo cresceva di anno in anno, era il periodo in cui gli insediamenti industriali si sviluppavano ad un ritmo forse anche troppo esasperato. Era il periodo della fi oritura delle imprese a façon, il periodo in cui nella nostra provincia si è registrato un importante intervento Gepi, che aveva riconvertito diverse realtà industriali (dalla ex Monti alla Spea, ecc.), il periodo in cui programmare un investimento era abbastanza favorevole in quanto si poteva ricorrere a tutta una serie di agevolazioni. Guardando al passato, questa provincia, dal punto di vista industriale, ha fatto diversi errori. L’errore più grave è consistito nel fatto che gran parte di quelle ottime aziende a façon non si sono, purtroppo, trasformate con marchio proprio in importanti realtà industriali. Il risultato è stato il crollo di alcune filiere – come quella dell’abbigliamento – dovuto ad una scarsa competitività”. Come si può cercare di uscire, allora, da questa fase negativa? “Anche in passato si sono registrate crisi gravi nel nostro Paese, ma le soluzioni che venivano adottate non sono più percorribili. In passato, ad esempio, si svalutava la moneta ed i nostri prodotti tornavano ad essere competitivi, riconquistando mercati persi qualche mese prima. Oggi, le crisi non si possono superare guardando al passato, ma proiettandosi verso il futuro, facendo investimenti importanti in tecnologie, in ricerca, in innovazione di prodotto, in innovazione di processo. Oggi, le imprese in grado di fare questo, non sono in crisi. Anche nella nostra provincia abbiamo esempi autorevoli di imprenditori illuminati che, prima di molti altri, hanno scoperto l’importanza della Rete, dell’innovazione e della ricerca e le loro realtà, non sono soltanto competitive sui mercati nazionali ed internazionali, ma addirittura rappresentano esempi di aziende leader. E questo è sicuramente un vanto per l’economia locale. Gli imprenditori che confidano nel ritorno degli incentivi, degli sgravi e delle agevolazioni a fondo perduto per poter fare investimenti o creare nuovi prodotti, devono convincersi che non ci sono più spazi per queste politiche. È un mondo che appartiene al passato, il futuro è un’altra cosa e dipende dalle scelte che ciascuno è in grado di mettere in campo. Mi rendo conto che si fa fatica a comprendere questa evoluzione, ma se le imprese della nostra provincia vogliono sopravvivere devono adeguarsi al nuovo, devono guardare a soluzioni diverse ed innovative. Non bisogna perdersi d’animo, abbattersi o vergognarsi se un’azienda si trova in diffi coltà; al contrario, si deve reagire, si devono cercare le alleanze giuste e si deve iniziare a pensare che forse è meglio la proprietà di un pacchetto azionario del 10% di un’azienda sana e competitiva, piuttosto che il 100% di un’azienda che produce perdite. Questo è un messaggio che mi auguro recepiscano le giovani generazioni che, molto spesso, si trovano a gestire delle realtà – anche prestigiose – che non hanno vissuto dall’inizio e, alle prime diffi coltà, si arrendono. Anche Confi ndustria Teramo, nata nel 1945, ha subito delle evoluzioni. Una volta il servizio prevalente era quello di assistere le imprese sul versante sindacale; oggi – grazie anche alle nuove tecnologie – alle imprese si offre un ventaglio di servizi e di opportunità in termini di risparmi di costi, di accesso al credito, di formazione, ecc. Sono convinto che questa provincia ha le carte giuste per uscire dalla crisi, ma per farlo c’è bisogno, da un lato, di ‘fare sistema’, di uscire dal proprio orticello ed aprirsi a collaborazioni, a fusioni, a nuove opportunità di commesse da reperire sui mercati, dall’altro, serve una classe dirigente che recepisca velocemente il nuovo. Occorre una classe dirigente che abbia chiaro il concetto del nuovo, che sia consapevole, ad esempio, del fatto che oggi è possibile scrivere un libro a Teramo, mandarlo in un altro Paese europeo per la correzione e trasferirlo magari in Asia per la stampa e la spedizione. Tutto nel breve volgere di una sola giornata”.