Non è ancora passato un anno dagli eventi alluvionali che hanno interessato la nostra provincia, ma ancora oggi le cronache evidenziano la critica situazione dell’intero territorio italiano, dal nord al sud. Infatti, nessuno è stato risparmiato dal disastro che le piogge di stagione hanno portato sul territorio nazionale. Ambiente Italia, su Rai Tre, evindenziò ad ottobre il rischio idrogeologico della Liguria, sottolineando come interventi dissennati avessero creato condizioni tali da mettere a rischio l’intero territorio. Il maltempo di sicuro non ha risparmiato nemmeno la zona del teramano, causando non poche preoccupazioni sia per la viabilità sia per l’enorme dispendio di energie. Ma quale è la situazione ad oggi sul nostro territorio? E i danni della passata alluvione sono stati adeguatamente messi in sicurezza? Il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, e l’assessore al demanio, Archimede Focellese, hanno richiesto l’intervento della Provincia e Regione per far partire lo stanziamento di fondi perla riqualificazione degli argini dei fiumi Tordino e del Salinello. In questa delicata situazione associazioni, comitati di cittadini e proloco attivi politicamente, possono fare la differenza. Infatti, il Wwf, in una sua recente nota, spiega in modo chiaro che – “Se le prime piogge autunnali hanno già portato a danni ingenti, non vorremmo che anche nel nostro territorio, a breve, si dovesse procedere ancora alla conta dei danni, causati non dalla natura, ma dalla miopia e dall’incapacità di amministratori che, a prescindere dalle appartenenze politiche, non sono in grado di salvaguardare il territorio e l’incolumità dei cittadini. Per questo il Wwf lancia un accorato appello affinché si giunga ad un vero e proprio patto per il territorio: tutte le amministrazioni competenti devono intervenire subito per porre fine all’utilizzo indiscriminato del territorio, bloccando le tante sconsiderate espansioni costruttive previste dai vari piani regolatori o peggio da project financing che agiscono in totale difformità a quanto pianificato. È necessario applicare le norme e gli indirizzi sugli interventi in ambito fluviale e dissesto idrogeologico, evitando che, per presunte esigenze di sviluppo, si costruisca ovunque, salvo poi invocare stati di calamità una volta che, a causa di scelte sbagliate, eventi naturali si siano trasformati in vere e proprie catastrofi dall’esito ampiamente prevedibile”. Ecco, quindi che in questo contesto, le istituzionisi sono date un calendario di lavori affinché si possa mettere in sicurezza idrogeologica le aree a rischio. Particolare riferimento è stato fatto alle aree vicine agli ospedali per i quali, a tutt’oggi, secondo numerosi esperti, esiste un elevato indice di pericolosità in ordine alle criticità idrogeologiche. Gli incontri si sono svolti nella sala del Consiglio provinciale, dove particolare attenzione è stata riservata ai nove ospedali abruzzesi. Circa il Lotto Zero, a Teramo, il problema maggiore, a detta di molti preoccupati cittadini “è la costruzione selvaggia. Si continua acostruire in aree a rischio di esondazione, a programmare piani urbanistici con espansioni incontrollate su aree sensibili, ad ubicare impianti ed infrastrutture a ridosso di fiumi, calanchi, zone in frana, attuando una politica di deroghe e sviamento dalle norme generali in nome di un fantomatico sviluppo che non tiene conto delle realtà del territorio”. Di particolare drammaticità la situazione vissuta nel comune di Campli, durante il passato nubifragio, che ha procurato danni per miglioni di euro in tutto il territorio. Il lago artificiale, sito a Piancarani, che ha una capienza di circa 20mila metri cubi, arrivando alla sua massima capienza ha esondato. Inoltre è utile ricordare che il ponte che collega sant’Onofrio con Garrufo è a tutt’oggi chiuso. E’ stato costruito un ponte provvisorio ed è vietato il transito ai mezzi pesanti durante la notte.