RAGIONE E PASSIONE:IL SUCCESSO DI BRUNO RANDI

randi BrunoSchietto, diretto, sincero, amante del proprio lavoro, non delle apparenze. A chi ci vive a contatto ogni giorno e a chi, come noi, lo incontra solo per un’intervista, Bruno Randi appare così. Egli è un “figlio d’arte” in molti sensi : sia come erede di Potito Randi, personalità di spicco dell’economia e imprenditoria teramana nel corso del Novecento,

sia per la capacità di spaziare in più campi d’azione. La sua formazione nasce insieme a lui, essendo nato a Castelli e “dentro la SPICA”, la fabbrica dove si producevano piastrelle in ceramica. “Fino all’età di 12 anni ho vissuto, respirato, condiviso con lui e i suoi operai la vita dello stabilimento. La SPICA era per mio padre un laboratorio in cui studiava, sperimentava e creava i materiali che costituivano il “biscotto”. 
Andava di persona a cercare le cave dove reperire le materie prime più idonee. Anche gli smalti erano realizzati, secondo le sue formule, direttamente in fabbrica. Aveva creato un’azienda autosufficiente. Ricordo che altri produttori di ceramica mandavano i loro chimici a studiare le sue formule e i materiali che lui usava. Aveva un rapporto emozionale con il suo lavoro, che era prima di tutto una grande passione per la qualità e l’accuratezza. Alla SPEA, l’altra azienda di S.Nicolò, si producevano invece sanitari in gres porcellanato. Una volta vendute le  aziende alla Villeroy e Boch, ho cambiato completamente attività. Mio padre aveva acquisito dei terreni a Misano e vi abbiamo realizzato due darsene per 400 posti barca e un villaggio. Per quarant’anni abbiamo perseguito, insieme agli altri soci, la realizzazione del progetto e la gestione dei porti e degli appartamenti”. Nel 1982 nasce però la PAP SRL, una vera e propria svolta nel campo della ristorazione; dal 1990 Bruno Randi ne è azionista di maggioranza e oggi conta circa 280 dipendenti.
Ma il catering è solo per comunità, mense, ospedali o può espandersi anche nella distribuzione al dettaglio? “In Abruzzo bisogna distinguere tra mercato pubblico e privato. Qui il privato non ha avuto una grande evoluzione, infatti l’ 85-90% è pubblico. In altre regioni molte aziende hanno le mense mentre qui non ce sono. Ciononostante stiamo lavorando alla realizzazione di nuovi prodotti di gastronomia destinati al mercato nazionale e diversi dalla ristorazione collettiva”.
La qualità e i controlli. La certificazione ISO è un punto di arrivo o di partenza? “Abbiamo 5 o 6 diverse tipologie di certificazione, non solo la ISO 9001 e in questi giorni abbiamo anche richiesto il bollo CE per la vendita di prodotti di gastronomia”.
E le prospettive di mercato vanno verso la standardizzazione o una ricerca di novità? “Personalmente posso dire che alla PAP abbiamo un nuovo laboratorio in cui stiamo realizzando nuovi prodotti, di alta qualità anche se di nicchia e abbiamo aperto di recente una gelateria presso il Palariviera di San Benedetto del Tronto (nella struttura è presente anche un imponente sala convegni, un lussuoso cinema multi sala.