Torball a Teramo

torbal a TeramoBuio completo. Niente. Un bastone o un cane che fa le veci di occhi che rifiutano il loro lavoro. Questo è il mondo dei ciechi, da qualche anno chiamati non vedenti, come se il cambio di denominazione portasse qualche beneficio. Fra queste persone in molte non si perdono d’animo e si danno da fare in ogni modo, nella politica, nella cultura, nell’associazionismo e nello sport. A Teramo esiste una realtà

consolidata del Torball, attività agonistica a metà fra calcio e pallamano, che prevede l’impiego di un pallone sferico di 500 grammi al cui interno vi sono dei campanelli in modo che la traiettoria sia sentita e intuita dai giocatori. Il campo di gioco è diviso in due metà da tre cordicelle dotate anch’esse di campanelli.I giocatori ipovedenti devono portare una benda che impedisca completamente la vista. Punto di riferimento un tappetino in terra che ne guida l’orientamento. Dietro i giocatori di ogni squadra vi è una porta. Scopo è tirare con le mani la palla verso la rete avversaria per fare goal. Ovviamente vince chi ne fa di più. La partita dura dieci minuti ed è divisa in due tempi. La nostra città ha ospitato da poco il mondiale e l’europeo di questo sport. Teatro della bella iniziativa il Palacquaviva del centro sportivo comunale e il Palazzetto di S.Nicolò. Tra le 17 squadre di clubs partecipanti, ha vinto il Tirol Austria in campo maschile, battendo 4-3 i belgi del Waasland; tra le donne il successo è andato al Vorarlberg che ha vinto per 5-1 sui francesi del Paris. I padroni di casa si sono fermati soltanto al settimo posto.Peccato davvero, perché la compagine aprutina è una sorta di Real Madrid del Torball. Ha infatti già vinto quattro scudetti nel campionato della massima serie, quattro coppe Italia e due supercoppe, oltre a vari tornei nazionali ed internazionali. Sandro Di Girolamo, giocatore, presidente e coordinatore dell’organizzazione, è soddisfatto a metà: «E’ andata benissimo a livello organizzativo e logistico. Peccato per il Teramo e per il mio problema alla cervicale che mi ha fatto uscire di scena nel momento decisivo».