LETTERE AL DIRETTORE – FEBBRAIO 2012

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera indirizzata al Sindaco di Teramo:

lettera al sindaco di teramo“Con la presente intendo sottoporre alla Vostra attenzione il comportamento tenuto dall’uffi cio protocollo del comune di Teramo chesi pone in contrasto con i principi della trasparenza e semplifi cazionedell’attività amministrativa e del buon andamento della pubblica amministrazione. Ancora oggi è possibile che un cittadino si imbatta in ostacoli che lo limitano o che gli impediscono di utilizzare al meglio i servizi di cui necessita. Questa mattina la mia collaboratrice si è recata presso l’ufficio protocollo del Comune di Teramo per protocollare 20 pratiche relative ai passi carrabili condominiali. Gli operatori addetti si rifiutavano di prendere le pratiche, adducendo che ciascun cittadino poteva protocollarne solo due alla volta. Nonostantele lamentele della mia praticante, perché questa norma non risulta in nessun regolamento, le pratiche non venivano protocollate. Dopo circa trenta minuti, avendo ultimato i miei giri per altri uffici, raggiungevo la mia collaboratrice presso il Comune dove, per velocizzare, volevo dividere le pratiche con la mia collaboratrice, seguendo due file diverse. Ma anche questo non era possibile perché facevamo parte entrambi dello stesso studio. Per tale ragione, attendevo che la mia collaboratrice ripetesse la fila per ben nove volte. Ritengo un dovere ed un diritto segnalare ufficialmente eventuali osservazioni, disservizi o reclami. Sperando che ciò serva a miglorare i servizi per i cittadini “.     Geom. Vittorio Rolli

Gent.le geom. Rolli, in una cosa noi italiani brilliamo. E non riguardala cucina, le donne o lo sport. Ci ha provato il ministro Brunetta a dare una sgrossata, ma l’impresa è ciclopica, troppo “in alto”per arrivare a sconfiggerla. Si ritenga fortunato se ha dovuto far sfilare la sua collaboratrice “solo” nove volte. Quando vogliamo dimostrare di essere ligi alle regole e al di sopra di ogni sospetto in fatto di favoritismi, nessuno ci batte. Anche a costo di sembrare stupidi. Soprattutto oltre il bancone di un ufficio.