“SEMINATRICE” DI CAMPIONI – Alina Esposito, da Teramo a Chieti, pattinando

Il pattinaggio come trait d’ union della sua famiglia, scoperto grazie allo zio, condiviso come atleta con le cugine e trasmesso ai figli.

 

Pattinaggio come passione, lavoro e soprattutto grande amore che condivide con i suoi allievi, la prof.ssa Alina Esposito, teramana doc, ma teatina di adozione, è riuscita a portare questa disciplina, attraverso le sue scuole (Pattinaggio artistico teatino e Accademia pattinaggio Francavilla) in quella parte dell’Abruzzo che non la conosceva. Allenatore federale, direttore tecnico, Presidente della Lega regionale UISP Abruzzo , ha conquistato numerosi titoli e medaglie nei Campionati italiani nelle specialità spettacolo, artistico e sincronizzatoe il suo entusiasmo contagioso, il suo sorriso, ma soprattutto i suoi occhi trasmettono tutto l’ardore di chi sa unire gioco e sport, regole tecniche e aspetto umano, sacrifici e traguardi, sogni ed emozioni.

Dott.ssa Esposito, come le è nata la passione per il pattinaggio? Ho indossato i pattini a sei anni ed è stato un colpo
di fulmine. Ho imparato sulle piste della Gammarana, ma solo assistendo a uno spettacolo di pattinaggio artistico sono rimasta
letteralmente conquistata, folgorata da questa disciplina che poi è diventata una parte importante della mia vita. Io e le mie cugine siamo state le prime atlete di pattinaggio artistico di Teramo.

Per lei cosa rappresenta? Benessere e sensazione di piacere; riesce a unire le grandi passioni della mia vita: la musica, il ballo e ovviamente i pattini.

Il pattinaggio su rotelle, nonostante sia molto praticato, è ancora uno sport che agisce “in silenzio”; perché? Viene definito, infatti, uno sport “minore”. Pur essendo costoso da praticare e necessita di impianti specifici che spesso non ci sono o vengono concessi “a tempo”, non è popolare e non è una disciplina olimpionica e quindi muove un volume di affari esiguo rispetto ad altri sport.

Questo lo fa rimanere genuino e animato ancora, anziché da pubblicità e interessi, da passione e soprattutto sacrifici? Certamente; vive di sacrifici  da parte di allenatore, atleti e famiglie. C’è uno sforzo congiunto, per supplire alle carenze strutturali e organizzative, che viene incorag-giato dalla voglia di fare sempre meglio.

Lei è direttore tecnico di due scuole e ha conquistato numerosi successi; quanta passione mette in quel che fa? Tantissima e ho l’onore e il piacere di trasmetterla e di condividerla. Attraverso i miei allievi vivo questo amore e mi esprimo trovando sempre un equilibrio tra la mia creatività e i desideri degli atleti, facendo convivere aspirazioni, piacere, sogni. Nel mio ruolo sono un
punto di riferimento per i miei allievi e fondamentale è la trasmissione dei valori, spirito di squadra in primis. E’ mio compito prestare
attenzione a ogni esigenza e soprattutto segnale. Il pattinaggio, oltre a essere tecnica e agonismo è arte, musica, costume; ogni coreografia può partire da un’idea, da un film, ha una sua storia, un percorso progettuale, un messaggio da comunicare che trae ispirazione nei ricordi, nelle esperienze, in una canzone; molteplici sono i canali della creatività.

Ha portato l’Abruzzo alle luci della ribalta in questo sport; quanto è stata dura?
Tengo a precisare che, ai tempi, Teramo è stato il primo avamposto del pattinaggio artistico abruzzese, che poi abbiamo esportato in altre città e io personalmente a Chieti, ma pionieristica, lo sono stata nell’istituire la scuola di sincronizzatoche è unica nel centro – sud Italia, non tralasciando mai le altre specialità. Tutto questo mi richiede continuo sacrificio, studio, impegno, aggiornamento, ma la partecipazione ripetuta ai Campionati italiani dei miei allievi mi remunera di  tutto.

Grazie a lei, quindi, esiste anche il pattinaggio teatino.  In realtà quando mi trasferii a Chieti pensai, da amante dei pattini,
che i miei figli sarebbero cresciuti senza la possibilità di poterlo praticare e come loro tanti altri bambini. Allora mi sono “buttata”  in quest’avventura e dal nulla, con tanto lavoro, ma soprattutto grazie ai miei concittadini che mi seguono e stimano, ho fondato più
scuole.

Cosa significa per un direttore tecnico vedere i suoi allievi sul podio? E’ una soddisfazione enorme. Ciò che più mi emoziona è vedere i loro occhi brillare. In fondo non è tanto il mio risultato, ma il loro e dei loro sacrifici. Vederli felici e gratificati è una sensazione unica.

Il suo successo più emozionante? Il titolo di campione italiano di esercizi obbligatori di mio figlio Alex. E’ stata la nostra conquista.

Quali sono gli “ingredienti” per diventare un buon pattinatore? Bisogna avere il senso del ritmo, del tempo perché la musica è la compagna di viaggio e questa è una peculiarità tipica delle discipline coreografiche.

Il Presidente della F.I.H.P. federazione regionale, Volpe, l’ha omaggiata di parole di grande elogio per “un direttore tecnico che sa compiere il sacrificio dello sport quasi nella più piacevole delle sensazioni” e l’ha insignita del “Seminatore d’oro”.
Cosa le suscitano queste parole? Credo che, proprio perché ho seminato, con umiltà, il seme del pattinaggio nella provincia di Chieti e l’ho fatto fiorire dandole linfa e animandolo con tanta passione, che mi
hanno riconosciuto questo merito e titolo che, insieme a quello di Presidente della lega pattinaggio UISP d’Abruzzo, mi donano una
gratificazione  enorme.

Luci, ma anche ombre nel mondo sportivo? Lo sport è qualcosa che ti fa crescere e ti accompagna nella vita. E’ fondamentale nel processo educativo, sociale, cognitivo, ma non deve essere una “fabbrica” di campionie non si deve diventare campioni a tutti i costi. Esso deve essere per tutti e deve essere  prima di tutto ricreativo. Mai andare oltre le capacità, nonostante il limite di un ridotto potere selettivo, per un tecnico di provincia.

Cosa occorre per realizzare un sogno e qual è il sogno di Alina Esposito? Sono necessari impegno, passione, sacrifici e tante rinunce. Il mio sogno è quello di continuare a divertirmi e a gratificarmi con questo lavoro sperando che arrivino altri risultati importanti per i miei allievi.