SCUSATE SE ESISTO! – cervelli in fuga

Tra i film di recente uscita merita una riflessione una commedia solo apparentemente leggera che mette “il dito sulla piaga” più triste di questi anni.

I giovani talenti che all’estero raggiungono vette

(e compensi) altissime ma che in patria non riescono neanche a sopravvivere. La storia di Serena Bruno è quella di una ragazza che proviene da un paesino abruzzese, è laureata in architettura con il massimo dei voti, ha un master e conosce molte lingue straniere.

Lavora a Londra, dove il suo talento è adeguatamente apprezzato. Ma la nostalgia di casa è tanta, così pur di lavorare in Italia è costretta, giocando con il nome, a diventare un uomo, Bruno Serena, in una storia che potrebbe verosimilmente essere la storia di tanti giovani “cervelli di ritorno” che sperano di trovare o costruire
a casa loro quello che sono già riusciti a dimostrare con successo altrove.
Scusate se esisto! con la frizzante Paola Cortellesi ( tra l’altro abruzzese di adozione visto che vive praticamente a
Pescasseroli) e un credibilissimo Raul Bova, è un fi lm che mette (genialmente) in ridicolo un paese, l’Italia, molto più avanti delle sue istituzioni, ma purtroppo ancora incapace di prenderne consapevolezza. Un paese che non riesce a de fi nire e riconoscere il merito, perché non abituato ad indicarne i criteri di riconoscimento.

Un paese che continua a fare le sue scelte sulla base di anacronistiche e obsolete consuetudini, legate a relazioni interpersonali di qualsiasi specie, a cui non vuole caparbiamente quanto ottusamente rinunciare. Il mondo di Serena Bruno è una realtà per milioni di giovani, competenti, preparati e desiderosi di fare e sperimentare, che tutto il mondo è disposto ad ascoltare e mettere alla prova, tranne il proprio paese.
Un paese che nonostante le quotidiane denunce di cattive pratiche continua imperterrito a perseguirle e purtroppo in ogni campo. Una commedia che fa sorridere con i suoi intrecci, ma con il re trogusto amaro della constatazione di un fallimento culturale che ha danneggiato e continua a danneggiare intere generazioni.

PrimaPagina, edizione novembre 2014