SANITA’ PUBBLICA : DALL’ORGOGLIO ALLA VERGOGNA

SULLA CHIUSURA DI 7 SEDI DI GUARDIA MEDICA

Il 70% delle risorse pubbliche, a livello nazionale e quindi anche regionale, viene destinato per le spese sanitarie. La Regione Abruzzo ha imposto alle Asl piani di rientro (leggasi  tagli) erogando meno contributi. Questi tagli, si attueranno anche attraverso  la chiusura delle sedi dislocate di guardia medica, penalizzando il servizio , creando disparità tra la popolazione e  arrecando danni ad  aree dell’entroterra  e  periferiche montane, già identificate dalle stesse ASL come aree disagiate.

Sulla questione Sanità Pubblica, che investe l’intero Paese, l’Abruzzo rispecchia, in incoerenza, il quadro nazionale. Governi di sinistra che dovrebbero, per tradizione ideologica salvaguardare i diritti sociali, si trovano ad agire in modo assolutamente antitetico.

Sotto il perpetuo slogan  di un efficientamento e di una razionalizzazione che dovrebbe portare al miglioramento dell’offerta sanitaria pubblica, da anni ormai si assiste a continui “tagli”  che hanno il solo risultato di impoverire ulteriormente territori già carenti di strutture e risposte adeguate.

In un contesto sociale in cui la crisi ha spinto molte persone a rinunciare alle cure sanitarie, l’assistenza pubblica rappresenta, a volte, l’unica opportunità di curare la propria salute per milioni di persone. Senza entrare nelle specificità di patologie legate a disabilità( di qualsiasi natura) o all’invecchiamento della popolazione.  Se a ciò si aggiunge anche un territorio morfologicamente complesso le difficoltà di curarsi aumentano in maniera esponenziale.

Per questi motivi  non ha nulla di “sinistra” un programma politico che non tiene minimante conto del fine che la sanità pubblica dovrebbe avere, ovvero la possibilità di accesso alle cure per tutti e in particolare per le fasce più deboli o più penalizzate, anche economicamente.

Il Sistema Sanitario Pubblico italiano è sempre stato un modello che il mondo ci ha invidiato. Ma l’avvento delle “sinistre” al potere ne ha perpetrato lo smantellamento. Così appare quantomeno buffo che da una parte un Governo di Sinistra si attivi alla sua estinzione, mentre dall’altra esponenti dello stesso partito e della stessa compagine governativa si “affannino a protestare “ contro quegli stessi provvedimenti di chiusura.

Così  l’assessore Pepe e il Capogruppo Mariani,  che incontrano  i vertici aziendali della ASL teramana per trovare una soluzione che  scongiuri la chiusura delle sedi di CA della Provincia di Teramo : “Stiamo lavorando con tutte le nostre energie per evitare la chiusura delle sedi di CA(Guardie mediche ) teramane. Abbiamo incontrato i vertici dell’azienda sanitaria teramana per concertare e trovare insieme una soluzione. Siamo vicini ai Sindaci, ai cittadini e a tutto il territorio in questa vicenda che speriamo e ci auguriamo possa concludersi con un lieto fine”.

Ma il manager della Asl teramana non è un “uomo” designato dalla presidenza abruzzese? Non è stato nominato dal presidente D’Alfonso e dall’assessore Paolucci? E come può un manager conciliare il mandato ricevuto con le “proteste” di altri esponenti della stessa governance?

O si riduce la spesa o si cura la gente. O la botte piena o la moglie ubriaca. Il problema non sono semplicemente i tagli. Il problema è COSA si taglia. E noi italiani siamo maestri nel tagliare il necessario e mantenere il superfluo, in barba a tutti gli slogan propagandistici pre e post elettorali. Sanità e istruzione. Questi sono i soli campi in cui si va a tagliare con la scusa, evergreen  che la responsabilità è dei governi precedenti.

 Anche  il  segretario provinciale del Sindacato Medici Italiani, il dottor Paolo Trentini, interviene sul  decreto Balduzzi che  porta alla riduzione dei posti letto ospedalieri  ma prevederebbe  il potenziamento dei servizi periferici:  “Si vuole ” raschiare il barile” causando disservizio con inevitabile uso improprio del 118 ed abnorme incremento dei tempi d’attesa ai pronto soccorso  e quindi  inevitabile rischio di mancata risposta alla domanda di salute”.  Come risparmiare allora  5 milioni di euro ogni anno senza penalizzare il servizio? “ Presto fatto: revocare l’affidamento del servizio dell’elisoccorso dal privato al pubblico. In altre parole non rinnovare il servizio del soccorso del 118 agli elicotteri privati ( due elicotteri, uno a Pescara e l’altro a Preturo L’Aquila) ma convenzionarsi con le Forze dello Stato che possiedono un parco velivoli: Carabinieri, Polizia, GdF, VvFF, CFS,Esercito. Elicotteri con relativi piloti già in organico e sul bilancio regionale,  che obbligatoriamente devono volare per mantenere l’efficienza e  il brevetto. Chi toglie i servizi ai cittadini in nome del risparmio ( ma solo briciole) e poi contemporaneamente spende 5 milioni di euro inutilmente, dia una risposta plausibile al 1.500,000 abruzzesi che aspettano chiarimenti”.

E poi Ciccantelli  di Sinistra italiana : “Si chiudono 7 guardie mediche (Campli, Castellalto, Cermignano, Colledara, Fano Adriano, Nereto, Valle Castellana), ma non si doveva potenziare la sanità del territorio ? Come si concilia la recente scelta aziendale con le direttive tecniche e politiche di livello regionale ? Con le dichiarazioni fatte dall’assessore Paolucci nei numerosi incontri fatti nei comuni alla presenza dello stesso direttore dell’ASL ? Non è forse una gigantesca contraddizione depotenziare contemporaneamente strutture centralizzate e quelle di base ? A quale modello di sanità si guarda ? Ad oggi il continuo depauperamento di servizi porta ad un esito solo : i più bisognosi, come ci ha detto recentemente l’Istat, rinunceranno a curarsi mentre chi ha possibilità economiche si rivolgerà al privato.”

E infine Ercole Core, Presidente Fimmg Teramo, per il quale “ si tratta di un provvedimento assolutamente ingiustificato in quanto la Asl di Teramo è sempre rientrata nei paramenti nazionali e regionali, sia per quanto riguarda la spesa delle sedi di guardia medica sia per quanto riguarda il numero ottimale dei medici rispetto al numero della popolazione. Se poi si pensa che le altre Asl abruzzesi, ad esempio quelle di Chieti e L’Aquila, non hanno mai rispettato questi parametri, l’unica conclusione possibile è che si tratta dell’ennesima penalizzazione per il territorio di Teramo”.

 

di Mira Carpineta