TERAMO CHE FU: la chiesa di S.Agostino

Chiesa di Sant'Agostino a TeramoNel cuore del capoluogo teramano è situata la chiesa di Sant’Agostino, uno sfondo insospettabile percorrendo la centralissima via Costantini. Un gioiello della antica Teramo dal quale provengono due pregiate opere d’arte: il polittico del maestro Jacobello del Fiore, che oggi ritroviamo nella Cattedrale

e un affresco della Madonna col Bambino detta “Madonna del Soccorso”, attribuito a Giacomo da Campli conservato nella Pinacoteca Civica. Gli agostiniani si insediarono in città sin dal XIV secolo. La  fabbrica del complesso religioso si impiantò sopra l’area di un precedente edifi cio di culto dedicato a San Giacomo. Trascorsero secoli di grande fl oridezza fi no a quando il convento fu soppresso e adibito a carcere. Di conseguenza fu necessario distaccare da esso il muro della chiesa che gli si appoggiava. Questo tentativo portò alla demolizione del tempio nel 1875 ma l’oratorio non fu distrutto. La riedifi cazione avvenne nel 1878 su progetto dell’architetto Giuseppe Lupi, il quale operò molto nel teramano. Infatti realizzò anche la cappella gentilizia di San Gaetano a Giulianova. A Mosciano Sant’Angelo attuò l’ampliamento della chiesa dell’Addolorata e progettò il SS. Rosario ispirandosi al Pantheon di Roma oltre a ricostruire l’edifi cio di Sant’Agostino in stile neoclassico così come oggi si presenta. La facciata.Nel mezzo del Largo Sant’Agostino, il visitatore curioso o il fedele cristiano è attratto dalla facciata sobria e allo stesso tempo solenne e maestosa. E’ ripartita da quattro doppie lesene che partono da una base rialzata rispetto al piano battuto. Sono sormontate da un capitello ionico composto da abaco ed echino. Guardando dal basso verso l’alto: l’echino è decorato con un “Kyma ionico” detto a “ovoli e lancette”. Lateralmente si affacciano due palmette. Sopra c’è il “nastro dell’abaco” che termina con due volute. Ciascuna, al centro “sull’occhio della voluta” presenta un fi ore. L’abaco sorregge l’architrave decorato da modanature lisce e dentelli. Il tutto è doppiamente ripetuto nella splendida soluzione d’angolo. All’estremità del piccolo timpano c’è una Croce. La linea a doppio spiovente è sottolineata da cornucopie poggiate. Le lesene terminano con due cuspidi a tronco di piramide sormontate da pigne: simbolo funerario. La sinergia cromatica della pietra, del mattone, degli stucchi allega virtuosamente. Il portale è decorato da un motivo dato da tralci a “S”, con andamento orizzontale, simmetricamente contrapposti. Dall’unione delle spirali nascono calici e altri motivi vegetali. L’interno è a navata unica, con sei cappelle decorate da rilievi a stucco. All’incrocio con il transetto è posta una grande cupola. Dominano il bianco, colori pastello e le dorature. L’attenzione sisofferma sulla tela che si colloca sopra al coro e sulle statue della Madonna col Bambino e Sant’Agostino. L’organo settecentesco si trova nella controfacciata sopra al portale dell’ingresso principale. L’oratorio L’ambiente predilige lo spazio longitudinale tagliato da due bracci trasversali. Sul punto d’intersezione si apre la cupola con lanternino sorretta da quattro pennacchi dove si trovano gli Evangelisti dipinti nel 1853, da Bernardino De Filippis-Delfi co. Si tratta di una stanza di straordinario decoro. Sulle pareti sono esposte pregevoli tele del settecento entro cornici in stucco dorato. Rappresentano episodi della vita della Madonna (per esempio l’Assunzione del 1741). Sulla volta a botte si apprezza l’affresco che mostra la Vergine mentre consegna la cintura a Santa Monica in presenza degli agostiniani. Il convento. Recentemente restaurato è l’attuale nuova sede dell’Archivio di Stato di Teramo. La valorizzazione del complesso monastico permette di entrare nel cuore della struttura antica. Ora in maniera ancora più sentita dato che, la chiesa persevera in stato di inagibilità dal 6 aprile 2009. D’altro canto nella sala studio dell’archivio, studiosi insaziati dalle fonti storico-documentarie hanno la possibilità di ammirare i resti di arcate in pietra e un Agnus Dei scolpito, ancora in situ, sull’estradosso dell’arco che stimola il confronto con gli altri esempi individuabili sui portali della città.