RACCONTI GOTICI E ATMOSFERE HORROR NEL LIBRO DI FERRANTE SUI MITI ABRUZZESI: IL DOLORE DELLA LUCE

di Mira Carpineta

“Cinque decenni di vita e li festeggio con cinque racconti…” in cui l’autore parla di “streghe, fantasmi e di me”.

Con questo incipit David Ferrante presenta la sua ultima opera letteraria IL DOLORE DELLA LUCE, edizioni Tabula Fati, in cui racconta, in chiave horror/fantasy un percorso di vita, attraverso l’evocazione di miti e leggende ancestrali abruzzesi.

I “mostri” della narrazione popolare e fantastica sono il mezzo con cui l’autore personifica il dolore, la sofferenza, la ricerca interiore. Ma come si sceglie il genere horror per raccontare la vita?

“Il progetto Abruzzo Magico, che ho curato, racchiude una serie di ricerche sui miti della tradizione popolare – spiega l’autore David Ferrante, scrittore, sociologo, appassionato studioso del folclore abruzzese- e raccoglie una serie di lavori sulle credenze magiche e misteriose della cultura popolare”.

In questo contesto quindi, l’autore utilizza il folclore abruzzese  e i suoi mostri quali:   la “pantafica”, il “lupo”, il ”fantasma”, la “piuma”,  la “strega” quali  metafore di pensieri che affollano mente, anima e corpo. Le visioni e le storie, i personaggi e le superstizioni, fantasia, leggenda e verità, si mescolano per raccontare esperienze vissute e sottese: il dolore del distacco, dell’abbandono, della solitudine, l’amore tossico che uccide, le ambiguità e lo spaesamento che tutti nella vita proviamo, prima o poi, davanti a ciò che non si conosce e a cui non sappiamo dare nome e forma.

In ogni racconto di IL DOLORE DELLA LUCE si cela infatti la metafora di un’inquietudine, una sofferenza, un “mostro” che opprime l’anima e da cui essa fugge alla disperata ricerca di una luce salvifica e rassicurante.

Il viaggio dell’anima, attraverso il buio è angosciante, ma inevitabile, è intimo, introspettivo, ma anela la libertà del ricongiungimento, l’approdo da raggiungere dopo la notte, che per quanto dolorosa possa essere, deve comunque e inesorabilmente  lasciar spazio al giorno.

David Ferrante è sociologo e scrittore, appassionato studioso e divulgatore della cultura popolare abruzzese. Nel 2017 si avvicina per la prima volta alla narrativa con il racconto Quando passò la pandàfeche in cui descrive l’incontro notturno con il fantasma/incubo mito della tradizione abruzzese e nel 2018 con L’eredità dell’asino, sarcastico ritratto di una società legata ai beni materiali e omaggio al poeta dialettale Modesto della Porta (1885-1938).

Tra i suoi lavori dedicati ad aspetti etnografici, esoterici e leggendari del folclore abruzzese, oltre a diversi racconti, il saggio Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018), finalista per la saggistica al Premio dell’Editoria Abruzzese 2018, ristampato in edizione ampliata nel 2021 e le antologie, di cui è ideatore e curatore, L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo (2019), Fate, Pandafeche e Mazzamurelli. Storie di miti, superstizioni e leggende d’Abruzzo (2020), Magare. Storie di Streghe d’Abruzzo v.2 (2021) è una sua personale ricerca di scrittura in cui etnografia e narrativa, indefinibile e materia, reale e irreale, amore e crudeltà trovano un punto d’incontro e di fusione. Sotto queste premesse esce nel 2022 la sua prima silloge personale di racconti: Il dolore della luceRacconti di streghe, fantasmi e di me.

 

 

 

 

 

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Dottore di ricerca in Scienze sociali presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara dove ha collaborato, in qualità di cultore della materia, per oltre quindici anni, all’attività didattica di diverse cattedre tra le quali: Sociologia dei gruppi e della comunicazione personale e interpersonaleSociologia generale, Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Politica sociale e pubblica, Psicosociologia. Come esperto di sicurezza urbana e incivility è stato membro del Comitato scientifico regionale per le politiche della sicurezza e della legalità della Regione Abruzzo. Tra le pubblicazioni d’impronta sociologica, le monografie No-Politicians. I giovani e la politica (2005) e Decoro Urbano. Sicurezza e Polizia locale (2010) e saggi all’interno di collettanee e riviste scientifiche e specialistiche edite dalla Franco Angeli, dall’Università d’Annunzio di Chieti.

Per Tabula Fati ha pubblicato: Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018), L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo (2018) Fate, Pandafeche e Mazzamurelli. Storie di miti, superstizioni e leggende d’Abruzzo (2020), Magare. Storie di Streghe d’Abruzzo v.2 (2021) e una serie di racconti fino a: IL DOLORE DELLA LUCE. RACCONTI DI STREGHE, FANTASMI E DI ME(2022)