CRISI: Il lavoro c’è ma… non lo vedono

lavoro artigiani in abruzzoSecondo i dati Istat riferiti  al periodo 2004-2011, la provincia di Teramo è, in Abruzzo, quella con il più basso tasso di disoccupazione, considerata la fascia di età che va dai 15 ai 74 anni. I 4 Centri per l’Impiego, del nostro territorio, hanno tuttavia registrato negli ultimi anni un aumento di iscritti. Aumento che si spiega, secondo l’assessore Provinciale alla Formazione e alle politiche del Lavoro, Eva Guardiani, oltre che con la

difficile situazione economica, che costringe le famiglie a cercare di incrementare le entrate con l’occupazione di entrambi i coniugi, anche con un minore ricorso alle agenzie di lavoro interinale e quindi maggior fiducia nei servizi dei Centri per l’Impiego. “Tra gli inoccupati, inoltre, figurano anche quelle persone che pur avendo un impiego non raggiungono i requisiti minimi previsti per lo status di occupato – spiega l’assessore-. La percentuale di disoccupazione è dell’ 8.1%, e sono naturalmente cambiate le tipologie di contratto applicate: nel 2010 i contratti a tempo pieno e indeterminato riguardavano circa 5000 dipendenti, mentre oggi sono molti meno. I contratti più frequenti sono a tempo determinato, part-time e intermittenti. Questi ultimi anche detti ‘a chiamata’ sono triplicati, da 1200 a 3200. Questo naturalmente significa aumento della precarietà”. Quali sono le fasce di età maggiormente censite dai Centri? “La fascia di età attualmente più presente, – spiega l’assessore, illustrando i dati – oltre ai giovani è quella che va dai 35 ai 55 anni, persone che avevano un’occupazione dipendente e che l’hanno persa, oppure cheavevano una propria attività indipendente,che oggi non hanno più, e quindi cercano una ricollocazione. E qui interviene il patto per le politiche attive, che prevede, per queste figure percorsi di riqualificazione e ricollocazione, perché riguardano soprattutto lavoratori ancora lontani dalla pensione, ma difficilmente ricollocabili perché con poche tipologie di competenze, avendo svolto magari sempre la stessa mansione, o perché ex imprenditori di stessi, con un tipo di competenze limitate al loro settore”. Che titoli di studio ha, prevalentemente, chi cerca lavoro attraverso i Centri o le Agenzie? “I titolo di studio vedono un’altissima percentuale di diplomati tra le fasce dei piùgiovani, contro una bassa scolarizzazione tra i 40/50enni”.Qual è il settore che offre maggioriopportunità di lavoro?Il settore che offre maggiori richieste di lavoro – continua l’assessore – riguarda le figure specialistiche, tornitori, saldatori, geometra dicantiere, figura non facilmente reperibile, ma richiesta, così come nell’agroalimentare e tra i panificatori, per i quali a breve partirà proprio un corso, su questa figura professionale richiestissima, ma praticamente introvabile. C’è qualcuno che rifiuta dopo essersi rivolto ai centri? Tanti di quelli che si rivolgono ai Centri per l’Impiego esordiscono dicendo: “Ho bisogno di lavorare mi accontento di tutto”, ma quando poi si trovano di fronte ad offerte sacrificanti, lavoro notturno o festivi, prevale la scelta dell’esigenza familiare. Atteggiamento prevalentemente riferito ai giovani che prima di ‘arrendersi’ preferiscono continuare la ricerca di un lavoro meno fisicamente impegnativo, mentre le persone mature (oltre i 40) – conclude Eva Guardiani -sono più disposte ad accettare anche lavori sacrificanti, dal punto di vista fisico e familiare.