Teramo Escalation malavita

criminalita-organizzataSe ci volessimo basare solo per un momento sui ‘segni’, vedremmo che la Teramo che ha salutato un controverso 2011 è una città tormentata. Anno difficile, quello appena concluso, sotto molti punti di vista, non per ultimo sul fronte sicurezza. Iniziato con un presagio nefasto e chiuso con dei gravi atti intimidatori. A gennaio,

un leone in pietra, simbolo della città, abbattuto in seguito ad un banale incidente. A fine anno, tre autovetture date alle fiamme, che hanno riecheggiato nell’ambiente come un preoccupante campanello d’allarme. Se gli episodi di per sé hanno ragioni diametralmente opposte, è il senso di fragilità che emerge con inaudita crudezza e che sconcerta: nel mezzo, sono i tanti atti verificatisi nel corso dei mesi che devono far riflettere. Teramo è divenuta un luogo minato da un’ondata di violenza che ha suonato come un brusco risveglio da un’ideale di serenità provinciale, ormai lontano ricordo. Il nostro territorio apre gli occhi al 2012 e si ritrova improvvisamente grande e ferito, colpito da un virus che nessuno pensava gli sarebbe mai appartenuto. A ben guardare, un segno concreto dei tempi che corrono. Pensiamo ai furti: eloquenti i dati relativi a quelli verifi catisi nel 2011. Un trend in crescita che bene lascia intendere quello che sta accadendo, nonostante le dovute contromisure prese dalle forze dell’ordine. Dopo un’estate defi nita ‘relativamente tranquilla’ dagli stessi addetti ai lavori, solo negli ultimi tre mesi dello scorso anno gli episodi criminosi sono aumentati del 10%, con un interessamento del fenomeno di piccole bande organizzate. Rispetto allo scorso anno, meno furti di auto, ma più furti nelle nostre case. Ecco, la nuova delinquenza ha queste caratteristiche: prevalentemente di matrice straniera (romena o albanese), razzia nel Teramano con rapide e mirate azioni di brigantaggio, per poi fare ritorno nei propri luoghi di provenienza, solitamente riconducibili alla costa abruzzese o marchigiana. L’identikit che le forze dell’ordine tracciano di questa micro-criminalità è chiara: ‘batterie’ di 3 o 4 elementi, che scorrazzano sulle nostre strade a bordo di potenti auto rubate, pronte a dare del fi lo da torcere alle forze di polizia. Sulla costa come sul versante montuoso, in città come in campagna, le azioni sono mirate e veloci. Si sceglie un luogo ben preciso, una frazione come una zona residenziale; si agisce in modo rapido e spesso istintivo, facendo razzia di tutto ciò che si può, per poi dileguarsi nel nulla, scivolando velocemente lungo la A14. La stessa autostrada, con le sue aree di servizio isolate, è diventata una vera e propria terra di conquista. Solo nella zona di Alba Adriatica, negli ultimi tre mesi, sono state ben quattro le rapine messe a segno con le medesime modalità. Colpi da ‘toccata e fuga’ che non fruttano che poche migliaia di euro, ma che si ripetono con cadenza a tratti volutamente sfacciata. Nonostante i ‘mille occhi elettronici predisposti dalla Questura, che garantiscono uno sguardo attento sul nostro territorio, ad ogni nuovo episodio la nuova delinquenza sembra voler rilanciare una sfida che non vuole avere fine, anzi. Ma a gettare un’ombra di profonda inquietudine sulla nostra provincia, sono soprattutto i tre attentati incendiari susseguitisi a distanza di pochissimo tempo nel Teramano. Prima le autovetture di un magistrato teramano e di un maresciallo dei carabinieri sono andate in fiamme nella stessa notte a Martinsicuro, poi quella di un editore teramano, in pieno centro cittadino. Chiari moniti malavitosi che prendono le distanze da una micro criminalità improvvisata e che aprono scenari inattesi e molto, molto pericolosi. La violenza di una forse misconosciuta criminalità organizzata fa la voce grossa e si scaglia contro chi cerca di svolgere solo il proprio lavoro, per la sicurezza pubblica come per la pluralità di stampa. La sensibilità della piazza, nel frattempo, rimane forte. C’è chi chiede maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, chi ha paura di uscire di casa, chi si avvicina pericolosamente ad una ‘giustizia fai da te’, drastica conseguenza di una situazione inaccettabile. A ben guardare, anche la nostra ridente Teramo è divenuta una città “smaliziata”.