POLITICA DEL RIGORE e comune tragedia

disoccupazioneQuesta vecchia favola è ancor oggi molto attuale. Nel contesto della odierna crisi economica, come sostenuto dalle probe api, molti ritengono che il perseguimento delle politiche “virtuose” di rigore economico è la giusta ricetta per risolvere il problema e la diretta conseguenza dei

comportamenti “viziosi” del passato. Ciò potrebbe essere anche eticamente giusto: “Dopo anni di sperpero è ora di rimettere a posto i conti in casa” si sente spesso dire, ma le conseguenze di tale virtù sono sottovalutate. Come è già accaduto nel passato esiste il rischio che queste “virtuose” politiche, che fanno da contrappeso ad un passato “vizioso”, si rivelino infi ne molto costose. L’estrema restrizione monetaria e fi scale in un momento come questo rischia infatti di innescare un circolo vizioso di caduta del reddito e depressione economica, che a sua volta alimenta ulteriori politiche “virtuose” di restrizione e di rigore che deprimono ulteriormente l’economia e così via. Alla fine i sostenitori del rigore a tutti i costi, come le probe api, rischiano di far andare la società alla deriva e farla sprofondare nella povertà, trasformando una pesante recessione in una lunga crisi economica. Questa politica del rigore a tutti i costi è potenzialmente pericolosa per il nostro Paese tanto quanto lo è per l’Europa intera. Del resto, proprio dopo l’arrivo della crisi, che ricordiamo essere nata negli Stati Uniti e non in Europa, a paesi, non certo virtuosi, in difficoltà è stato imposto un rigore senza precedenti, più per motivi di etica o convenienza politica che economica. Con il risultato di far diventare una situazione allora costosa, ma risolvibile, in una tragedia comune.