Benessere a bassi costi sanitari

relax_benessere_teramo_primapaginaIl nostro impegno istituzionale nellaterapia della patologia alimentare(obesità e disturbi alimentari), per ovvieragioni, ci porta costantemente aconfrontarci con la cosiddetta “normalità”.In realtà, nel periodo storico che viviamo, stiamo pagando un caro prezzo all’appariresempre efficienti e competitivi e moltospesso per normalità intendiamo quellacondizione in cui non è ancora palese una patologia. Siamo costretti a vivere,

infatti, in una speciedi palcoscenico globale in cui contamolto la facciata, mentre sono sempre piùindefi niti i confi ni della nostra privacy e incui aumentano esponenzialmente i doveri.Ci ritroviamo carichi di pensieri con lungometraggimentali interminabili su ciòche avremmo dovuto fare e sul tempo chemanca, mentre molti aspetti della nostravita (salute, affetti ecc.) passano in secondopiano.Ci sentiamo il più delle volte in uno statodi subfrustrazione ed incompletezza, chealimentano ansie e tensioni muscolari eche provocano in noi una sfi brante stanchezza emotiva. Questa condizione si accompagna ad una angosciante sensazione di vuoto e di perditadella piacevolezza dell’ esistere.Lo scivolamento verso atteggiamenti autoconsolatoriche serviranno solo ad alimentarela nostra propensione alla trasgressionee conseguentemente il nostro senso dicolpa è scontato e inevitabile. Cominciamo a non essere più contenti del nostro agire e cominciamo a avvertirei primi messaggi negativi del corpo che cifa sentire stanchi, stressati, gonfi, ingrassati.Cominciamo ad avvertire un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione corporea che compromette il nostro senso di benesseree ci fa percepire il “malessere” chesi può definire uno stato intermedio trasalute e malattia. In questa fase avremmo bisogno di resettare la nostra vita e riorganizzarla, ma spesso troviamo delle risposte preconfezionate nel mercato. Ci accorgiamo che sono in molti ad avere il nostro stesso problema per cui aderiamo acritici ad allettanti proposte di riprenderci  il corpo attraverso diete, programmi di fitness e fantasiose tecniche dimagranti che non sono altro che strumenti di pubblica autoflagellazione per espiare i sempre più invadenti momenti di vuoto e di compulsività alimentare. Il pensiero che sottende queste scelte acritiche e (frequentemente) autolesionisti che è: ho sbagliato e devo pagare. Il substrato psicopatologico è esattamente identico a quello che conduce ad un disturbo alimentare vero e proprio, l’unica differenza è che in questi casi il disturbo rimane sottosoglia, anche se continua a produrre danni incalcolabili e costi sanitari sempre più elevati. E’ giusto domandarsi se la riaffermazione della centralità della persona e la conseguente riappropriazione assertiva del proprio tempo, del proprio spazio e del proprio corpo, che pratichiamo abitualmente nel percorso riabilitativo di obesità e disturbi alimentari, non sia indispensabile anche in questi casi. Il rilancio della sanità deve anche avere nuove idealità e secondo il nostro puntodi vista dovremmo rilanciare Il diritto diabitare pienamente il nostro corpo, inteso come unità “mente-corpo” evitando il rischio della espropriazione e della frammentazione, così frequente nelle società dimercato. E’ la nuova sfida che ci troviamo di fronte, è il messaggio educativo che dobbiamo far passare, altrimenti rischiamo di vedere e di curare solo la punta dell’iceberg con scarsi risultati sull’economia sanitaria. A cura di DI PAOLO DE CRISTOFARO (DIRETTORE CENTRO REGIONALEDI FISIOPATOLOGIA DELLANUTRIZIONE ASL TERAMO)