ORCHI, MOSTRI &CO

Non esiste in natura nessuna specie animale che uccida o torturi cuccioli o prede inermi,  a solo scopo di “gioco” o godimento personale.  O meglio ne esiste solo una: la specie umana. L’unica specie capace di fulgidi eroismi e di abissali nefandezze nei confronti dei suoi cuccioli o dei suoi individui più deboli.

La sequela infinita di abusi e di atrocità nei confronti di bambini, anziani, donne o uomini in condizioni di fragilità,  che i tg puntualmente sciorinano a pranzo e cena,  sembra un bollettino di guerra. Non c’è giorno in cui la cronaca non conti un assassinio, uno stupro, un abuso su bambini, anziani, donne.  Nessuna guerra ha mai avuto un bilancio così tragico.

La domanda che mi assilla è sempre la stessa. Cosa passa nella mente di colui (o colei) che decide di infliggere sofferenza e dolore su un altro essere umano, piccolo, vecchio,  debole, senza difese contro la brutalità e la crudeltà.

Se mi devastano le immagini di donne o anziani picchiati o abusati, non trovo una parola abbastanza descrittiva dell’orrore e del dolore che mi procurano le storie dei bambini vittime di sevizie e assassini.

Dal mostro di Foligno all’orco di Napoli, cosa scatta nelle mente di queste persone e cosa provano quando le loro piccole vittime piangono, soffrono, si ribellano, con il terrore negli occhi e nel cuore?

Quanto sarà stata grande la sofferenza della piccola Fortuna?

Perché un Paese che condanna la guerra, che pensa che “l’amore più grande” sia comprare il kit per avere un figlio a tutti i costi, poi,  i bimbi che ha li lascia morire così? Perché anziani e disabili devono subire abusi e percosse per anni prima che le forze dell’Ordine  fermino i loro aguzzini? Perché basta chiudere una relazione per rischiare la vita?

Queste persone ( e mi costa davvero tanto definirli così) che ubbidiscono  solo a impulsi distruttivi,  in che mondo vivono?

Chi lo crea il degrado e chi lo mantiene? Perché una comunità civile consente condizioni di vita indegne in cui uomini,  donne e bambini sono costretti a vivere? Perché in una città italiana del 2016 c’è ancora chi vive in baracche di fortuna,senza i necessari fondamentali per la sopravvivenza, in condizioni in cui oggi non vivono più neanche gli animali domestici. Ci sono gatti o cani che hanno delle cucce più grandi e confortevoli di alcuni bivacchi in cui “vivono” bambini , nel terzo millennio,  in un Paese che dice di essere evoluto.

E non voglio neanche entrare nella questione dei centri per l’accoglienza dei profughi , la vergogna europea.

Salviamo le banche, salviamo i mercati e i loro speculatori, salviamo le ricchezze dei loro squali. Tagliamo la civiltà, la dignità, la salute. Alziamo muri, proteggiamo i confini.   

Le persone no. Quelle non hanno nessun  valore di mercato.

Il mercato, in effetti,  è l’unica cosa che manca a tutte le  altre specie animali.

di MIra Carpineta