ONNIPRESENTI DEL TELEMERCATO

Non me ne vogliano i pochi ed appassionati lettori che quest’oggi mi occuperò, un pochino, dei loro miti dell’informazione o, forse, meglio dire della particolare informazione. Partiamo dal fatto che si va “ospiti” in Tv ed in radio per lanciare il proprio disco, il proprio libro, il/i prossimi concerti, l’ultimo film e via di seguito. Chiarito ciò passiamo ora ad esaminare i conduttori.

Bene, con molto piacere, qui in Italia si è realizzata una parità di genere incredibilmente positiva, infatti notiamo che la politica televisiva è, per buona parte, nelle mani di Bianca Berlinguer, Lucia Annunziata, Barbara Palombelli e Lilli Gruber ovviamente tutte auto dichiaratesi di “sinistra” anche se in Italia non si capisce dove sia finita la sinistra come, altrettanto, dove sia finita la destra.

Tutte e quattro sono le sovrane assolute dei talk show. Bianca, da poco passata nella flotta dell’odiato “cavaliere nero” dove, per la verità, già lavorava la sorella minore, Laura, vi ha traghettato l’incomprensibile per me Mauro Corona artefice di teorie montanare. Fino a poco nella storica “Mezz’ora in più” su Rai tre c’era Lucia Annunziata che, dal suo scranno, sostituiva l’assenza politica della sinistra. Poi c’è Barbara divenuta, a mio parere, un’icona politica e mediatrice tra Repubblica, organo di Stellantis, e Il Giornale, organo di Mediaset dove con l’eterno e recitato “Forum” dà una versione immaginaria e quasi comprensibile della giustizia.

Infine c’è lei, l’unica ed indomabile Lilli Gruber col suo modo di fare TV in cui l’obiettività giornalistica è difficile da individuare e dove, spesso, le sue non sono domande ma duri attacchi. Con il garbo femminile che le contraddistingue i talk-show sono divenuti il grande nutrimento della narrazione populista nel Paese all’esatto opposto dei Paesi anglosassoni dove sono nati e si sono sviluppati.

Infatti negli Stati Uniti la CBS, la NBC, la ABC, la FOX, la HBO ecc. dove da decenni hanno inventato e fanno i talk show non compaiono mai fra gli ospiti altri colleghi giornalisti, bensì i titolari degli argomenti preposti politici, scienziati, artistici ecc. Qui da noi avviene l’esatto contrario dove, in modo prevalente, vengono invitati a rappresentare esclusivamente le proprie opinioni che assurgono, nella recita televisiva, ad oracoli inconfutabili.

In un articolo comparso sull’autorevole “Il Foglio” dello scorso 2 ottobre il collega Andrea Minuz scriveva “Ospiti gratis, pagati, sottopagati, pagati troppo, sempre con polemiche a seguire sui compensi. Ospiti a gettone: 1.500 euro a botta, come quelli pagati da Bianca Berlinguer ai suoi fedelissimi, cachet che crea scompiglio e malumore tra i retequattristi in servizio permanente, operai “full time” dell’opinionismo…” ospiti lasciati liberi di fare e disfare in cui si notano giornalisti che spiegano la virologia, virologi che insegnano come si fa il giornalismo, politici che indossano i panni dei moralisti tout court e dove i moralisti diventano dei  politologi esperti in geopolitica insomma tuttologi ai quali nessuna materia è ignota per cui spaziano dall’economia alla storia e dalla filosofia hegeliana all’alta finanza.

Un’altra categoria, senza confini fra donne e uomini, è quella della categoria degli “indignati” che ovviamente fanno talk di indignazione anche qui il primo posto tocca assegnarlo ad una signora: Luisella Costamagna che supera di una piccola incollatura il Presidente Massimo Giletti che, oltre ad indignarsi in Tv, è il presidente della Giletti SpA nel biellese ricordando che la Costamagna durante le trasmissioni, spesso e volentieri, si dichiara “schifata”. Rimanendo a sinistra c’è poi la generazione di “Lotta continua” guidata dal mitico ed immarcescibile Giancarlo Mughini che è insuperabile e scultore del verbo italico in ogni trasmissione affiancato, alla pari, da Antonio Caprarica che, dal già  citato articolo del Foglio, “è stato molto a sinistra: movimentista, sessantottino, militante di Unità Proletaria, poi comunista a “L’Unità”, quindi concorsone in Rai, cantore della monarchia british, dandy di Viale Mazzini, viveur cosmopolita, infine opinionista liberale in tv, e ora ballerino per Milly Carlucci”.

Continuando si inciampa nei due conduttori dall’aria un po’ triste: Marco Damilano e Federica Sciarelli. Nello shaker televisivo in cui si dibatte un po’ di tutto dai virus alle canzoni, dalla mafia al razzismo fino all’immigrazione e dintorni ci troviamo Giovanni Floris, Mario Giordano, l’immancabile Roberto Saviano, Andrea Scanzi, Federico Rampini, Mario Tozzi, Michele Santoro, Fabio Fazio e via dicendo.

L’ultimo settore ma molto più importante è quello degli “agenti” settore dove regnano incontrastati Lucio Presta, Bibi Ballandi e Beppe Caschetto. Quest’ultimo, giusto per dare un’idea e con dati non totalmente aggiornati, è il patron di Maurizio Crozza, Giovanni Floris, Luciana Littizzetto, Fabio Fazio, Massimo Gremellini, Luca e Paolo, Fabio Volo, Roberto Saviano, Lili Gruber, Andrea Zalone (autore di Crozza), Luca Telese, Federico Russo, Nicola Porro, Ilaria D’Amico, Lucia Annunziata, Virginia Raffaele, Pif, Pier Luigi Pardo, Cristina Parodi, Daria Bignardi, Neri Marcorè, Corrado Formigli, Enrico Bertolino, Roberta Capua, Gene Gnocchi, Enrico Lucci, Natasha Stefanenko, Victoria Cabello, Ubaldo Pantani, Miriam Leone, Geppi Cucciari e Alessia Marcuzzi.

In conclusione i miei pochi lettori potranno, da soli, trarne le conclusioni.

Raffaele Romano