“Officine indipendenti” per cambiare la città

officine indipendenti Teramo

Nel panorama dei più svariate gruppi e comitati vive in città, da circa tre anni,  una dinamica associazione, “Officine Indipendenti” fondata da un gruppo di giovani che hanno iniziato la loro attività associativa tra le giovanili del Partito Democratico.  Si definiscono figli delle “feste dell’Unità”.

Anche il nome ricorda il laboratorio culturale, l’Officina, fondata da Pasolini a Bologna, quando fu allontanato dal partito. Giorgio Giannella, presidente dell’associazione, spiega il suo percorso, iscritto alle giovanili del partito per più di dieci anni, membro attivo delle segreteria nazionale del movimento studentesco, che decide di dare il via a questa nuova esperienza in città.  Ravvisata la necessità di avere uno spazio culturale, di trovare un luogo fruibile da tutti,  non a scopo di lucro, si è deciso di sviluppare i temi nati alle giovanili, con  “Officine Indipendenti”. Un recente obiettivo raggiunto è stato quello di riuscire ad aprire la sede dell’associazione in C.so Porta Romana, 79. “Non è una sede come ci si aspetterebbe, – spiega Giannella –  con sedie, scrivanie e computer, ma uno spazio ricreativo. Un circolo, affiliato Arci,  fruibile da tutti, aperto alla città intera. Purtroppo lo spirito di questa iniziativa non è stato da tutti compreso, come sempre accade quando si fa qualcosa fuori dagli schemi, ci sono ancora delle assenze ingiustificate ed importanti, ma forse necessarie.  Quando vuoi creare l’alternativa, in campagna elettorale parlavamo provocatoriamente, di voto di discontinuità,  quando aspiri a qualcosa di diverso da quello che questa città ti offre già preconfezionato, rischi di divenire impopolare”. L’associazione si ripropone di parlare poco ma di agire, organizzare. Le parole “autonomia” così come “indipendenza” sono inflazionate, facili da predicare, difficili da porre in essere.  “Si parla di giovani, precari, disoccupati.  – prosegue Giannella – Non sono più argomentazione della destra o della sinistra, diventate semplici statistiche o esuberi, mentre si dimentica che dietro i numeri ci sono nomi, persone, famiglie. Questo vogliamo denunciarlo.  Il riscontro tra i giovani c’è ed è positivo. Ovviamente, tra coloro che frequentano Officine Indipendenti, ci sono ragazzi che vengono solo per passare un pomeriggio in compagnia, e coloro che invece conoscono la nostra storia e la condividono. C’è partecipazione ai vari eventi che organizziamo, come ad esempio le presentazioni di libri,  un’iniziativa con il Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, contro le estrazioni petrolifere in Abruzzo,  serate con musica a tema. La dinamica distruttiva di Teramo, purtroppo, sta nel fatto che se una cosa l’ho fatta io e non l’hai fatta tu, per buona che sia è da demolire e neutralizzare, boicottare. Non c’è collaborazione, capacità ci costruire qualcosa di buono per la città insieme. Speriamo con la nostra iniziativa di stimolare la circolazione dei pensieri, di riuscire a smuovere il bigottismo di una realtà chiusa e provinciale tramite la socializzazione e lo stare insieme. Adesso le persone si isolano, i ragazzi passano troppe ore davanti alla tv, guardando talent show o ad accrescere la propria solitudine su internet. Vogliamo tornare a valorizzare il contatto umano”.

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Dalla nascita, tre anni fa, primo bilancio e prospettive di un’associazione nata tra i “figli dell’Unità”.

 

 

di Daniela Palantrani

Nel panorama dei più svariate gruppi e comitati vive in città, da circa tre anni,  una dinamica associazione, “Officine Indipendenti” fondata da un gruppo di giovani che hanno iniziato la loro attività associativa tra le giovanili del Partito Democratico.  Si definiscono figli delle “feste dell’Unità”. Anche il nome ricorda il laboratorio culturale, l’Officina, fondata da Pasolini a Bologna, quando fu allontanato dal partito. Giorgio Giannella, presidente dell’associazione, spiega il suo percorso, iscritto alle giovanili del partito per più di dieci anni, membro attivo delle segreteria nazionale del movimento studentesco, che decide di dare il via a questa nuova esperienza in città.  Ravvisata la necessità di avere uno spazio culturale, di trovare un luogo fruibile da tutti,  non a scopo di lucro, si è deciso di sviluppare i temi nati alle giovanili, con  “Officine Indipendenti”. Un recente obiettivo raggiunto è stato quello di riuscire ad aprire la sede dell’associazione in C.so Porta Romana, 79. “Non è una sede come ci si aspetterebbe, – spiega Giannella –  con sedie, scrivanie e computer, ma uno spazio ricreativo. Un circolo, affiliato Arci,  fruibile da tutti, aperto alla città intera. Purtroppo lo spirito di questa iniziativa non è stato da tutti compreso, come sempre accade quando si fa qualcosa fuori dagli schemi, ci sono ancora delle assenze ingiustificate ed importanti, ma forse necessarie.  Quando vuoi creare l’alternativa, in campagna elettorale parlavamo provocatoriamente, di voto di discontinuità,  quando aspiri a qualcosa di diverso da quello che questa città ti offre già preconfezionato, rischi di divenire impopolare”. L’associazione si ripropone di parlare poco ma di agire, organizzare. Le parole “autonomia” così come “indipendenza” sono inflazionate, facili da predicare, difficili da porre in essere.  “Si parla di giovani, precari, disoccupati.  – prosegue Giannella – Non sono più argomentazione della destra o della sinistra, diventate semplici statistiche o esuberi, mentre si dimentica che dietro i numeri ci sono nomi, persone, famiglie. Questo vogliamo denunciarlo.  Il riscontro tra i giovani c’è ed è positivo. Ovviamente, tra coloro che frequentano Officine Indipendenti, ci sono ragazzi che vengono solo per passare un pomeriggio in compagnia, e coloro che invece conoscono la nostra storia e la condividono. C’è partecipazione ai vari eventi che organizziamo, come ad esempio le presentazioni di libri,  un’iniziativa con il Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, contro le estrazioni petrolifere in Abruzzo,  serate con musica a tema. La dinamica distruttiva di Teramo, purtroppo, sta nel fatto che se una cosa l’ho fatta io e non l’hai fatta tu, per buona che sia è da demolire e neutralizzare, boicottare. Non c’è collaborazione, capacità ci costruire qualcosa di buono per la città insieme. Speriamo con la nostra iniziativa di stimolare la circolazione dei pensieri, di riuscire a smuovere il bigottismo di una realtà chiusa e provinciale tramite la socializzazione e lo stare insieme. Adesso le persone si isolano, i ragazzi passano troppe ore davanti alla tv, guardando talent show o ad accrescere la propria solitudine su internet. Vogliamo tornare a valorizzare il contatto umano”.