Un caso a dimostrazione che gli eventi non sono soggetti ad interpretazioni soggettive…

tacchiLe regole sociali che riguardano il vivere civile spesso ci vengono presentate in modo dogmatico e immarcescibile come se, all’occorrenza, fosse negato il diritto di rivederle o rivalutarle.

Dunque, quando si dice che la vita è sacra si dovrebbe essere certi che tale sacralità venga sempre e universalmente rispettata.

Invocando questo assioma,taluni impediscono alle donne di abortire o negano una morte naturale a chi soffre di malattie irreversibili però, a dispetto della regola stabilita, le stesse persone considerano inevitabile che migliaia di profughi anneghino nei nostri mari meridionali, oppure ancor peggio, trovano naturale invocare l’introduzione della pena di morte nel nostro ordinamento giudiziario. Questo è un caso che vale per tutti a dimostrazione che solo gli eventi naturali non sono soggetti ad interpretazioni soggettive: l’avvicendamento delle stagioni non può cambiare, la nascita e la morte di ogni essere vivente è inevitabile e così via. Tutto ciò che viene concepito dalla fallace mente umana, invece, necessita di una seria, consapevole e costante critica da parte di tutti gli esseri pensanti, ciò affinché essi possano condividere, aggiornare o migliorare l’assioma preso in considerazione, specialmente quando questo sembri essere fatalmente connaturato all’essere umano.

Tra tutti i fenomeni di cui la società è composta,quello che più di ogni altro viene considerato insito nell’uomo, creato insieme alla natura, è la prostituzione, eppure il meretricio nasce da una pura ideazione del pensiero maschile, tanto vero è che non tutti gli uomini ne fanno uso e, nonostante ciò, anche coloro che se ne astengono sembrano godere di ottima salute.

È ovvio che sia utopistico ripensare un mondo privo di mercimonio, ma se la realtà è questa allora è altrettanto utopistico credere che la donna possa percepire in sé dignità morale, fisica e psichica pari a quella dell’uomo, pari cioè a colui il quale sa che la sessualità femminile gli può appartenere solo che lui lo voglia. L’esistenza della prostituzione è un fatto che viene dato per scontato e del quale si parla come se si trattasse di un fenomeno a sé stante, privo di ripercussioni sul resto della popolazione. La realtà non è questa.

Malcom X diceva: “finché un negro è schiavo io che sono un negro posso essere schiavo”, parafrasando le sue parole, dunque, si potrebbe dire: “finché una donna è prostituta io che sono donna posso essere prostituta”.

È proprio il modo di pensare alla sessualità femminile che fa la differenza tra i due generi.

La donna non è percepita inferiore all’uomo, per definizione, ciò che la rende minore consiste nel fatto che il suo corpo è sempre stato al servizio del maschio. Qualunque conquista sociale si registri appannaggio delle femmine è un semplice palliativo che non cambia la sostanza delle cose. Solo una cultura atta a diffondere principi di giustezza ed equità tra i generi, oltre a salvare la donna, gioverebbe a contenere anche la lunga serie di reati che nascono dalla certezza che tutto abbia un prezzo.

PrimaPagina Edizione Aprile 2014 di Milena Milone