STAMINA: LUCI E OMBRE DELLA SPERANZA

staminaLa vicenda Stamina, come già il metodo “Di Bella” a suo tempo, sta dividendo di nuovo l’opinione pubblica e non solo. Da un lato le famiglie con il loro carico di dolore e speranza che denunciano l’abbandono da parte dello stato e della medicina ufficiale di coloro che, soffrendo di malattie cosiddette “rare”, non rappresentano numeri suffi cienti per giustifi care investimenti e impegnare risorse, già così scarse anche per lo studio di patologie più comuni. Dall’altra il mondo scientifi co che trova nel metodo STAMINA troppi dubbi e inadempienze ai necessari protocolli. Non è facile capire quale e dove sia la verità, sospesi come siamo tra disposizioni giudiziarie avallate da documenti e la nostra umana natura, che ci fa condividere la pena e la lotta di tanti piccoli malati e delle loro famiglie. Non si può negare la speranza. Così la decisione della nostra giunta regionale e della magistratura abruzzese di obbligare i medici a somministrare questa “cura” miracolosa e compassionevole a una bambina di Guardiagrele si aggiunge al dibattito attorno alla vicenda per la quale numerose sono state le manifestazioni organizzate dalle associazioni pro-Stamina con forme di protesta anche estreme . L’esplosione mediatica del caso Stamina , a cui sono seguiti la nascita di associazioni e l’interessamento della politica fi no alla discussione in Parlamento, si deve in gran parte ai numerosi servizi che la trasmissione Le Iene ha dedicato alla vicenda. In questi servizi l’inviato Giulio Golia ha incontrato le famiglie di alcuni bambini affetti da gravi patologie, spiegando come si stessero impegnando per accedere alla “cura” Stamina, defi nita come l’unica e ultima speranza. Ma prima di entrare nel merito delle contrapposte posizioni qualche domanda occorre porsela. Perché lo Stato vieta l’uso del metodo Stamina, come a suo tempo fece con il metodo Di Bella prima di approvarlo secondo i suoi protocolli? Forse perché lo Stato nell’adozione di un nuovo farmaco, deve seguire un protocollo scientifi co. Non per partito preso: semplicemente perché si è dimostrato il metodo più effi cace per individuare i farmaci in grado di curare le malattie. Perché la gente non accetta questo processo di sperimentazione e pensa invece che vi siano i complotti delle multinazionali del farmaco che vogliono impedire che il metodo Stamina venga diffuso? A prescindere dal discorso emotivo dei parenti dei malati c’è anche una motivazione più sociale. Secondo Karl Popper, nella sua “teoria sociale della cospirazione… è l’opinione secondo cui tutto quel che accade nella società è il risultato di un preciso proposito perseguito da alcuni individui, o gruppi potenti. Quest’opinione è assai diffusa, anche se si tratta, in certo senso, indubbiamente, di una specie di superstizione primitiva… è, nella sua forma moderna, il tipico risultato della secolarizzazione delle superstizioni religiose.” In altre parole, prima si immaginava che tutto ciò che accadeva nel mondo, accadeva per volontà di qualche Dio. Ora che a Dio nessuno più ci pensa (chi più consciamente, chi meno) è rimasto un vuoto che di volta in volta facciamo occupare a qualcuno (politici, un gruppo fi nanziario, gli ebrei di Hitler, le case farmaceutiche) che muove le fi la del discorso a nostra insaputa. Infi ne non si può tacere dell’imbarazzante atteggiamento dei nostri politici che, nella scorsa estate, con soli quattro astenuti e un contrario, hanno votato affinché il metodo Stamina fosse sperimentato, per “accondiscendere all’opinione pubblica”. Senza entrare nel merito della questione l’inquietudine è data dal fatto che decisioni così importanti per le vite delle persone siano prese sull’onda emotiva e non per livello culturale o conoscenze tecniche, se non delle materie almeno dei protocolli( di cui tra l’altro sono loro stessi responsabili). Questo purtroppo la dice lunga sulle competenze, conoscenze e preparazione dei nostri massimi decisori. 

(PrimaPagina ed Gennaio 2014)