Piano anti sprechi

Regione: piano anti sprechiLa delibera 45 -2010 della Regione,

che riguarda il Programma Operativo per la razionalizzazione della Rete di assistenza ospedaliera, defi nisce una serie di  metodi e criteri per l’individuazione degli sprechi e degli ambiti in cui intervenire. L’allegato A stabilisce la ” Metodologia di defi nizione del Fabbisogno di  prestazioni ospedaliere e dei posti letto correlati ed “ha l’obiettivo di analizzare la domanda di ricoveri ordinari, di day hospital e di prestazioni ambulatoriali e  permette di progettare le strutture e le funzioni ad esse correlate tenendo presente il bacino di utenza della popolazione della Regione e i ricoveri dei residenti”. In particolare definisce il criterio  di “individuazione dei ricoveri ordinari ad elevato rischio di inappropriatezza (Patto per la Salute 2009) e trasferimento di circa il  0% in regime di day hospital o ambulatoriale; -individuazione dei ricoveri day hospital di tipo chirurgico con procedura non appropriata (Patto per la Salute 2009) e trasferimento del 50% in regime ambulatoriale; -individuazione dei ricoveri in regime di day hospital con 1 accesso di tipo medico e trasferimento del  80% in regime ambulatoriale”; ma quali sono questi criteri? ” l’analisi ha permesso identificare il Fabbisogno di ricoveri di riabilitazione e lungodegenza della  popolazione residente. La somma di questi dati rappresenta il Fabbisogno complessivo di prestazioni ospedaliere della Regione che viene successivamente declinato per ogni Azienda Sanitaria Locale. Poi c’è la parte dedicata alla “Disattivazione dei Presidi per acuti non coerenti col Fabbisogno individuato” e  naturalmente il “cronoprogramma delle loro riconversioni” E l’Azione n 3 per la “Razionalizzazione delle unità operative complesse e semplici con i Criteri di defi  nizione della Rete Integrata di Servizi, dell’assetto organizzativo e del dimensionamento delle unità operative”. Nell’allegato b del documento si chiarisce il  progetto di risanamento non solo economico, ma negli intenti, anche di perseguimento di una maggiore effi cienza assume il concetto di : Rete Integrata di  Servizi che “implica, di conseguenza, profondi cambiamenti sia sul piano concettuale che gestionale. Esso prevede, infatti, che: il concetto di localizzazione di una  struttura operativa in una rete integrata si giustifi chi in funzione delle esigenze della rete e non in termini di patrimonio esclusivo e particolare della comunità locale, della provincia, della città, dell’università o dei professionisti; occorre passare da una logica di effi cienza operativa della singola unità operativa  e del singolo ospedale, ad una logica di efficienza complessiva del sistema nella sua globalità, ovvero dell’interno del territorio. L’organizzazione secondo il  modello delle Reti Integrate impone la mobilità degli operatori invece della mobilità dei cittadini-utenti”. Ma quali sono le condizioni necessarie per l’attuazione del  programma? Sempre nel documento, si legge testualmente: “è necessaria la concentrazione della casistica presso strutture ed operatori che garantiscano  volumi di attività sufficienti e correlati ad un miglioramento  della qualità e alla razionalizzazione delle risorse per numerosi settori di attività”. I Dipartimenti di  Emergenza e Accettazione (DEA) sono defi niti ” asse portante dell’organizzazione del soccorso, e il modello organizzativo deve prevedere l’individuazione di un  organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifi ca così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza). Gli organici dedicati e specifi ci per l’emergenza ospedaliera devono divenire una vera e propria Rete di risorse professionali che secondo le  caratteristiche del territorio e dei presidi che vi insistono, sia messa  in grado di spalmare le proprie competenze sull’intero scenario delle strutture dedicate all’emergenza Il Pronto Soccorso deve compiere interventi diagnosticoterapeutici, di stabilizzazione e cura del paziente (anche di alta complessità) e di ricovero,  in maniera da dare una risposta a tutti i bisogni sanitari complessi della popolazione”. E ancora: “Al fi ne di un utilizzo ottimale della rete di trasmissione di dati ed  immagini, è necessaria la presenza di un operatore, preferibilmente l’infermiere di triage, al quale affi dare la gestione e la responsabilità fino alla presa in  carico del paziente (accettazione ed indirizzo su protocolli concordati) sulla base delle richieste di consulenza e l’invio allo specialista. Inoltre, è necessaria una  revisione e un potenziamento della rete dei trasporti secondari, con adeguamento delle risorse da parte delle Centrali 118, dal momento che è prevedibile un notevole incremento dei trasporti da strutture a bassa complessità verso strutture ad elevata complessità. In conclusione, la Rete Ospedaliera Pubblica della  Regione Abruzzo prevede la disattivazione di 6 ospedali da acuti a Presidio Territoriale di Assistenza e la realizzazione della Rete di 16 Presidi, di cui 4 di alta complessità e 12 di media e bassa complessità. Si delinea una Rete Ospedaliera di diversa complessità e, di conseguenza, una organizzazione delle risorse  correlata a diversi bacini di utenza che presenta , nel contempo, una concentrazione delle funzioni, in particolare, quelle chirurgiche e quelle che presentano  bassi volumi di attività, con il risultato di garantire maggiori prestazioni per struttura e per operatore e, con esse, maggiori curve di esperienza Si sottolinea che  tutti i Presidi, alla luce della attuale definizione della Rete ospedaliera,  hanno il compito di soddisfare la quantità e la qualità dei servizi assistenziali necessari e  definiti dal Fabbisogno e di garantirne  tempestività, sicurezza e appropriatezza”.