MANIA Mani

mani maniaAvere mani sempre in ordine e curate, con lo smalto non sbeccato, è da un paio di anni la priorità di ogni donna. Qualsiasi lavoro si faccia, impiegata, casalinga, commercialista o operaia, nessuna rinuncia al “biglietto da visita”. Anche in questo ci sono venute incontro innovazione e tecnologia, ed ecco che la parola “ricostruzione” delle unghie è entrata a far parte del lessico comune.

Tuttavia, quello che in realtà viene fatto, con prodotti tipo gel foto indurenti e resine acriliche, non è altro che un allungamento posticcio eseguito con l’ausilio di supporti (cartine) che verranno successivamente rimosse, o di tip (unghie finte) incollate sull’unghia naturale, corta o di media lunghezza. Questo tipo di servizio può essere anche utile per chi non ha bisogno di “allungare”, ma semplicemente rinforzare un’unghia fragile e non da ultimo risolvere una problematica appartenente sia a uomini che a donne come l’onicofagia (il mangiarsi le unghie). Con le infinite varietà di decorazioni è inoltre possibile cambiare nuances e decori ogni volta che lo si desidera. Il trattamento iniziale richiede una prima seduta di un’ora e mezza circa (se l’onicotecnica è esperta) e ogni ritocco, da effettuarsi ogni 21/28 giorni, richiede dai 45/60 min. I prodotti utilizzati, se di provenienza europea certificata, non creano assolutamente alcun danno all’unghia naturale, ma è fondamentale evitare il “fai da te” e rivolgersi sempre alla propria stilista delle unghie per qualsiasi tipo di problema o dubbio. Chi ha visto dietro quest’arte un business molto remunerativo, ha anche contribuito a danneggiare quella che è una vera e propria professione, fatta da persone esperte nel settore con studi ed aggiornamenti costanti alle spalle. Chiunque faccia ricostruzione delle unghie deve aver conseguito, infatti, un diploma presso un ente di formazione riconosciuta dalla regione, ovvero, bisogna essere estetiste. Si sono trovati però degli escamotage “lessicali” che hanno fatto sì che chiunque abbia frequentato o meno un corso apposito (anche di soli tre giorni) possa “mettere le mani” su ignare clienti e questo a causa di un enorme vuoto legislativo che non regolamenta affatto la figura dell’onicotecnica, o meglio, la ricomprenderebbe nella categoria delle estetiste. Ecco che il lavoro abusivo nelle case aumenta a vista d’occhio. C’è addirittura chi acquista kit attraverso televendite e grazie al solo supporto di un dvd si immette nel mercato del lavoro o acquista prodotti di dubbia provenienza senza la minima garanzia di controlli certificati. Tutto questo può portare a serie conseguenze per chi si sottopone a trattamenti “fatti in casa” o eseguiti da persone con pochissima esperienza: unghie “distrutte” o irreversibilmente malate, per non parlare poi di contaminazioni da virus dell’epatite o onicomicosi (funghi). E’ per questo motivo che la forbice di prezzo varia notevolmente tra un servizio fatto da una professionista e uno “fatto in casa”, o quasi.