CITTÀ PER LA FAMIGLIA

francescodigiacomoFrancesco Di Giacomo e Il Progetto Network

Il 21 maggio 2010 è stato costituito a Parma il Network Italiano di Città per la Famiglia che unisce alcuni Comuni, provenienti da tutto il territorio nazionale, impegnati a promuovere politiche a sostegno della famiglia. Tra questi, anche la nostra città figura tra i Comuni aderenti. Lo scopo del Network è quello di favorire il reciproco scambio di esperienze tra Amministrazioni, sulle politiche sociali a misura di famiglia, al fine di progettare azioni di supporto alla famiglia stessa a livello locale e delineare prospettive legislative in ambito regionale e nazionale. La nostra Amministrazione Comunale quindi, in collaborazione con il Forum regionale delle Associazioni Familiari, ha intrapreso un percorso che consenta di delineare delle Linee Guida per la predisposizione di azioni, interventi, progetti, in uno spirito di collaborazione tra associazionismo e istituzioni.  Al Dott. Francesco Di Giacomo, referente del Progetto “Città per la Famiglia” abbiamo chiesto quali siano i bisogni delle famiglie teramane a cui si sta cercando di rispondere e come sono stati rilevati. “Attraverso un questionario articolato che verrà somministrato alle madri di figli fino a 25 anni di età, residenti nel territorio del comune (città e frazioni), alcuni esperti, guidati dalla sociologa della famiglia Giulia Paola Di Nicola, analizzeranno i bisogni delle famiglie. Il questionario, oltre a fotografare la condizione di vita delle famiglie, verte a conoscere chi affianca la donna nello svolgimento delle attività familiari , nella gestione dei figli tra lavoro, malattie, impegni scolastici ed extra-scolastici. Inoltre, si cercherà di accertare di quali servizi la famiglia avverte prioritariamente il bisogno e la conoscenza e l’utilizzo di alcune forme di mobilità alternative”. Obiettivo del Progetto è promuovere un vero benessere delle persone, non  solo materiale, ma anche relazionale e sociale, favorendo la solidarietà e la sussidiarietà tra le famiglie, lo sviluppo di una fiscalità locale a misura di famiglia ed una serie di interventi “family friendly”.

Su cosa si basa il Programma?   Una volta la famiglia poteva contare su una rete di contatti che non le facevano mancare il supporto nei momenti del bisogno. Nel condominio, a scuola, per strada c’era sempre chi poteva aiutare nella gestione dei figli e ci si sosteneva con spontaneità nei compiti educativi e nelle situazioni di indigenza. Oggi le famiglie si ritrovano senza aiuti e sempre più sole nella gestione delle difficoltà. Occorre far conoscere alle famiglie le opportunità offerte dalle amministrazioni locali e dalle tante realtà di volontariato del territorio e aiutarle a mettersi in rete per favorire dinamiche di aiuto reciproco nei quartieri, nella piazze, nelle parrocchie, nei condomini e così via. L’amministrazione comunale può svolgere un ruolo di collegamento delle realtà esistenti e favorirne lo sviluppo con appositi progetti integrati. A ciò si aggiunga che il sistema fiscale italiano non tiene conto sufficientemente dei carichi familiari nell’imposizione di tasse e servizi, anche locali. L’Italia è tra i paesi europei che meno investe a favore della famiglia e l’emergenza demografica è una delle conseguenze di tale scelta miope. Nonostante il tessuto familiare abbia garantito la tenuta sociale ed economica del paese in questi anni durissimi della crisi, non si assiste allo sviluppo di politiche capaci di riconoscere il ruolo insostituibile della famiglia nella società e di sostenerla realmente. Anche su questo tema, il buon esempio può nascere dal basso, intervenendo sulla tariffazione dei servizi locali (asili nido, rifiuti, casa, trasporti, addizionale Irpef) con un principio più equo per chi ha figli o persone non autosufficienti a carico.

Quali sono gli attori coinvolti nel Progetto e quali i servizi offerti alle famiglie locali? Il Progetto si ispira a percorsi già in uso in altre città, come Parma, Trento, Roma, Ascoli Piceno e si sviluppa sul medio termine: dopo l’analisi dei bisogni delle famiglie e  il censimento dei servizi già esistenti a sostegno della famiglia, si dovrà sviluppare, in un percorso partecipativo, una serie di linee guida per un welfare familiare locale. Al progetto partecipano il Forum Regionale delle Associazioni Familiari, le associazioni di volontariato, i comitati di quartiere, le parrocchie, le cooperative sociali, le scuole primarie, coinvolte sia nella predisposizione del Weekend della Famiglia (weekend di maggio dedicato al tema della famiglia) che del questionario e che parteciperanno alla stesura delle linee guida che, ci auguriamo, potranno trasformare Teramo in una “Città a misura di Famiglia”.

Ci sono punti di forza e quali le criticità? Il percorso partecipativo è il punto di forza dell’intero progetto. La criticità è indubbiamente rappresentata dalla scarsità di risorse che oggi l’amministrazione comunale si trova a fronteggiare”.

Quali le azioni che si realizzeranno per la valutazione dell’esperienza? Il percorso ipotizzato si svilupperà nel medio/lungo termine. Oggi Teramo offre già un sistema di Asili Nido comunali che rappresenta un’eccellenza e un riferimento nel settore, tariffe locali attente alla numerosità dei figli, agevolazioni nella tassazione sugli immobili a favore di anziani e giovani coppie. Occorre proseguire su questa strada, mettendo in rete e potenziando l’esistente, puntando a migliorare la qualità della vita per le famiglie teramane con azioni e interventi percepibili dai cittadini. La sfida è impegnativa, ma il tema è troppo importante per non provarci.

di Clementina Berardocco