“Il sogno di una vita migliore”

immigratiE’ quello che accomuna, e che spinge a sfidare mille avversità, la maggior parte degli immigrati che arrivano nel nostro paese. In questi giorni è in atto una vera a propria emergenza per limitare questo traffico di  esseri umani che non solo è sempre più numeroso, ma che genera vere e proprie stragi di innocenti, partiti proprio per inseguire quel sogno di una vita libera, senza povertà e senza guerra, senza dittature e senza terrore. Ma davvero nel nostro paese si trova una vita migliore, o l’illusione si trasforma in una delusione? Certamente l’Italia, data la posizione geografica, è considerata la “porta d’Europa”,  ma molti migranti si fermano qui. E com’ è la loro nuova vita? George, 38 anni, è arrivato dalla Nigeria: ” Sono arrivato nel vostro paese un po’ di anni fa dopo aver vissuto un viaggio che è stata un’odissea. I mezzi rudimentali di trasporto dove eravamo ammassati sono stati il comune denominatore dei miei tanti spostamenti per arrivare dal mio paese fi n qui e i pericoli erano sempre in agguato. Abbandonare la mia terra non è stato facile, ma doveroso.” Negli occhi di questo giovane uomo si legge tanta nostalgia, ma anche un pizzico di amarezza per aver trovato una vita migliore per tanti versi, ma sicuramente deludente rispetto alle aspettative. ” Sono scappato dalla mia terra natia perché è un paese di confl itti, rancori, attentati e stragi. Io sono cattolico e il problema religioso è davvero grave in un paese dove numerosi sono gli attentati contro i cristiani, soprattutto nel Nord, dove è forte il sentimento islamico tale da creare gruppi estremisti violenti, al fine di istituire uno stato governato dalla Sharia. Avevo molta paura e poi soprattutto c’era povertà, angoscia e non avevo lavoro; il vostro paese lo vedevo come l’unica soluzione ai miei problemi e alle mie preoccupazioni. Ma il paradiso sperato non è stato proprio così”. George ricorda come la Nigeria, stato cenerentola ricco, non è mai riuscito a spiccare il volo. La sua storia è costellata di dittatori, massacri, atroci guerre civili , terribili carestie, abusi e violazioni di diritti umani, e dove la cellula estremista del Boko Haram compie veri e propri eccidi di innocenti al fine si eliminare i cristiani dal nord del paese  e persino rappresaglie a onesti islamici che aiutano l’esercito a combattere questo fanatismo. Inoltre la crescente povertà ha prodotto un immenso fiume migratorio soprattutto verso l’Europa. ” Al mio arrivo mi sono trasferito in Abruzzo con mia moglie; i nostri figli sono nati qui, ho trovato lavoro come operaio, ma la crisi ha toccato anche me e da allora vivo di lavoretti e vendite da ambulante con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho un affitto  da pagare e dei figli da mantenere, non posso mandare qualche aiuto ai miei genitori lontani e subisco molte discriminazioni soprattutto da quando giro vendendo la mia scarna mercanzia.  In Italia c’è tanta brava gente, ospitale e solidale, ma purtroppo il razzismo c’è ed essere considerato, spesse volte, un delinquente in modo gratuito o un parassita, mi fa male perché non si può mai generalizzare per il colore della pelle o l’appartenenza a un’etnia. La delinquenza esiste ovunque, come le persone oneste e quelle che vivono di espedienti. Sono, però, felice che i miei figli si siano ben integrati nel tessuto sociale, a scuola, con i loro compagni e mai vorrebbero andare via da qui. L’Italia è il loro paese e la Nigeria, per loro, il mio. E’ un peccato che non abbiano la cittadinanza italiana in quanto si sentono completamente italiani.” Questo è un altro tema delicato e attuale, ovvero il diritto di cittadinanza per la cosiddetta “generazione 2″, per i figli di immigrati nati nel nostro paese e senza tanti giri di parole si parla anche delle morti nel mare Mediterraneo. “In questi giorni – aggiunge George con gli occhi pieni di lacrime – è come se avessi perso un mio caro perché ognuno di quegli immigrati scomparsi mi ricordano me, la mia avventura e il mio sogno di una vita migliore. Credo che si dovrebbe fare davvero qualcosa di concreto e soprattutto il vostro paese dovrebbe, al pari di altre nazioni europee regolarizzarci e aiutarci. Vivere qua, oggi, mi fa paura perché non si ha certezza se domani ce la farò “.Considerate le critiche, che non ha risparmiato, sul suo paese ospitante, allora perché è ancora in Italia? E ci tornerebbe? La risposta, senza esitazioni, è un sì deciso e forte; “perché in Italia c’è la cosa più importante che un essere umano possa avere: la LIBERTÀ!”.