La cultura dello scandalo

La storia ci insegna che i periodi di decadenza sono quelli in cui la corruzione dei costumi è più palese e spavalda, non si nasconde, ma si ostenta, a sottolineare un potere che travalica i valori, l’etica, la morale perché la società ne è talmente  pervasa che la subisce passivamente,

quasi fosse un assunto divenuto banale consuetudine. Gridare allo scandalo, lungi dallo spaventare o demotivare i corrotti, ne corrobora a volte l’operato e stracciarsi le vesti non basta. Come nella favola di Pierino e il lupo, quando anche la situazione si concretizzasse nessuno più è disposto a credere all’ultima verità e ci si rassegna a ciò  che sembra inevitabile. Lo scandalo quindi è proprio in questo, nel dare per scontato e non sanabile qualcosa che non dovrebbe in realtà neanche esistere. Così ogni giorno aumenta l’apatia di pari passo ai nuovi o vecchi scandali che riempiono le pagine dei giornali. Ma allora qual è la via d’uscita? Il compito del cronista è di riportare i fatti, ed è un dato di fatto, ad  esempio, che il nuovo (e vecchio) sindaco di Teramo abbia nominato la dottoressa Lucantoni assessore allo sport. E’ un dato di fatto che la stessa sia figlia del primario di un reparto ospedaliero, in cui il sindaco, quando torna ad essere un comune cittadino, svolge la sua attività di medico oncologo. E’ un dato di fatto che un altro assessore della sua giunta sia figlio del  defunto onorevole Antonio-Tancredi, nonché fondatore della Banca di Teramo, e fratello dell’ex senatore oggi deputato Paolo Tancredi. E’ un dato di fatto che la signora Brucchi lavori alla TEAM, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti della città. E’ un dato di fatto che la stessa società, abbia legami amministrativi, economici e finanziari con partecipate sottoposte a indagini giudiziarie che ne hanno azzerato i management. E’ un dato di fatto che il concetto di trasparenza della TEAM è alquanto lacunoso se sul sito della stessa, dove dovrebbero essere pubblicati numeri e bilanci appare uno stupefacente “BOH!” E’ un dato di fatto che i conti pubblici del comune, della provincia e della regione non brillano per disponibilità e positività. Ma il dato di fatto più eclatante e stupefacente di tutti è che il 25 maggio scorso il 49% dei cittadini teramani (in prima battuta, e il 51% al ballottaggio) abbia scelto, anzi riconfermato lo status quo, rieleggendo la stessa amministrazione. A questo punto la domanda è: qual è lo scandalo? un’amministrazione che racchiude questi dati di fatto o la scelta, (peraltro legale e democratica), di quel 49% di teramani che con il loro voto li hanno riconfermati per altri 5 anni? Come si può passare dal gridare allo scandalo all’evitarlo?

PrimaPagina edizione Luglio 2014 – di  Mira Carpineta