Con pinne, fucili ed occhiali… Quando (tutta) l’Italia andava in “vacanza”

 

di Mafalda Bruno

La recente indagine Confesercenti-SWG afferma che, anche quest’anno, la percentuale degli italiani che non intende rinunciare alle vacanze si aggira sul 64%. Un numero ragguardevole se si tiene conto delle molteplici preoccupazioni che la crisi economica ci mette sulle spalle, appesantita, ultimamente, dalle notizie sconfortanti secondo cui la corruzione continua a fare man bassa sui soldi pubblici, a scapito e danno dei contribuenti onesti.  Per l’italiano in vacanza sarà un’estate corrucciata, perché alla voglia di evasione dovrà aggiungere parsimonia e oculatezza nelle spese, con il pensiero rivolto ad un autunno ancora pieno di interrogativi e incognite. Molti accorceranno i giorni di ferie che una volta arrivavano fino a un mese. Altri consulteranno su internet le migliori offerte per non sforare con il proprio budget personale: insomma, che si tratterà di giorni di riposo condizionati dalle disponibilità economiche di ciascuno, e quindi poco spensierati per tante persone, è purtroppo assodato. Rischiarerebbe sicuramente le nostre giornate di relax, la viva speranza, ma ancora di più la certezza, che corrotti e corruttori trascorrano lunghissime “ferie” in una cella e che il sole lo possano vedere solo a scacchi. Detto questo, nonostante crisi e corruzione imperanti, l’estate è comunque arrivata. Non occorre fare salti troppo indietro con la memoria per ricordare le vacanze goderecce di una ventina di anni fa. Veri e propri esodi biblici, con i bagagliai stracolmi di tutto, lunghe code di macchine sotto il sole cocente che fondeva l’asfalto delle nostre strade e autostrade.  Non mancava niente. O forse, più semplicemente, bastava quello che si aveva. Un cocomero o una frittata di pasta erano sufficienti a riunire più famiglie nelle spiagge affollate, tra tormentoni musicali e bambini scalmanati che sembravano non esaurire mai le batterie energetiche, con il loro entrare e uscire dall’acqua. Le urla di grandi e piccini  si mescolavano tra gelati, ghiaccioli e corse appresso al  pallone che, seguendo una traiettoria sbagliata, interrompeva regolarmente il pisolino in spiaggia di qualche villeggiante. E quello era riposo? Sì, in qualche modo lo era, perché si staccava la spina, si leggevano libri, si rigeneravano le famiglie, lontane, in quei giorni, dai loro problemi quotidiani. Certamente la corruzione c’era anche allora, ma la situazione economica florida faceva in modo di far accettare, quasi bonariamente, le ataviche pecche dei nostri manager e politici, perché l’italiano medio se la passava comunque dignitosamente bene. Forse forse, se negli anni fossero stati puniti con più severità i corrotti, se i controlli sugli appalti fossero stati più incisivi, se fossero arrivate denunce da chi a quel tempo connivente sapeva ma non parlava….. se, se e se.  E’ estate.