Se anche Fido ha l’influenza

cane_ammalato_primapaginaIn questa puntata affrontiamo “il freddo” per i nostri amici cani. Date le temperature di questo periodo l’argomento ci sembra quanto mai a “tema”. Cominciamo subito verificando che i nostri “amici” non siano in condizione di rischi da raffreddamento. Se vivono all’aperto accertiamoci che abbiano

una cuccia (preferibilmente in legno) ben calda, con all’interno una brandina sollevata da terra al fine di evitare il contatto con basi umide. Controlliamo la punta delle orecchie, accertandoci che queste non siano particolarmente fredde. Come nella medicina umana, anche in quella veterinaria sono state individuate delle peculiarità e l’accertamento di sintomi per comprendere se vi è in atto uno stato di raffreddamento e la sua gravità. Anche la coda è da tenere in osservazione, sarà sufficiente lisciarla con la mano per verificarne la temperatura al tatto nonché l’eventuale condizione della sua umidità. Osserviamo spesso il nostro “amico” per cogliere eventuali reazioni di gradimento o di disagio. Ciò è ricollegabile ad una sensibilità inusuale. Potrebbe delinearsi una “sindrome della coda del Limber” (o della coda bagnata), una condizione che ben conoscono i proprietari di cani da caccia. Individuata inizialmente nel POINTER inglese, non ne sono esclusi anche, in particolare, SETTER, FOXHOUND e BEAGLE. Queste problematiche sono il risultato di una cattiva irrorazione sanguigna, è per questo che i nostri “amici” nei periodi freddi (normalmente con temperature al di sotto dei 10°) mangiano in quantità maggiori. Meno percepibile, ma non meno grave, è la “coda fredda” che colpisce in particolar modo i LABRADOR RETRIEVER. Consiste, in un cane adulto ma non vecchio, in una palese “caduta” della coda alla sua base o al massimo distante 7/10 cm. Alla palpazione si avverte una particolare flaccidia e una evidente manifestazione dolorosa. Non sembra essere una condizione irreversibile e, di frequente, è successiva a particolari sforzi effettuati o a particolari condizioni di umidità e freddo notturno. Insomma anche loro soffrono stati da raffreddore. Più di frequente, per gli animali che hanno la fortuna di condividere la casa con il padroncino, possono indicare invece stati influenzali, accompagnati da tosse o asma. Queste ultime, pur essendo causa di infiammazioni delle vie respiratorie, non condizionano in modo sensibile la condizione del nostro amico. Comunque, pur rilevando che l’invernata non sembra essere diversa o particolarmente rigida rispetto alla norma, è sempre bene, ai primi sintomi, fare un salto dal vostro veterinario di fiducia, prima che si ammali il vostro amico a 4 zampe ma… anche il vostro amico veterinario, visto il dilagare dell’influenza in questi giorni!