Convegno “Imprese e Territorio”

economia_teramo_primapaginaA Mosciano Sant’Angelo si è svolto il Convegno su “Imprese e territorio” organizzato da Maria Teresa Sfoglia ed Ezio Monaco, con la partecipazione di numerosi imprenditori locali.
Il sindaco Orazio Di Marcello ha aperto i lavori con i saluti istituzionali e con brevi cenni critici alla  situazione dell’imprenditoria locale. A seguire l’intervento di Giandomenico Di Sante, a nome della Confcommercio, che  ha ripercorso le tappe storiche del nostro territorio

 concludendo: ”siamo di fronte ad un cambiamento epocale che avviene molto più velocemente  che in passato, dobbiamo crescere per cambiare e cambiare mentalità per crescere “. Con una punta di  autocritica rivolta alle banche ha riportato all’attenzione della politica i problemi che affliggono l’imprenditoria. Relatore il prof. Giuseppe Mauro, docente di politica economica alla D’Annunzio che ha dichiarato: ”per superare la crisi occorre fare squadra,  cosa che non sempre gli imprenditori riescono a mettere in rete, l’Abruzzo è stata la prima regione ad uscire dall’obiettivo uno ma la crescita imprenditoriale deve diventare cultura, il Pil Abruzzese è tutto interno e il turismo ha subito una significativa perdita, occorre perseguire la stabilità e il ruolo della politica attualmente latitante deve produrre orientamenti e scelte concrete. Lo sviluppo di questo territorio è legato ad alcuni specifici settori, tra i quali,importante il settore del mobile tra i più trainanti, le cui imprese hanno rappresentato la spina dorsale dell’economia della regione. Teramo è tra le prime 25 provincie italiane ad alta produzione manifatturiera, questo vuol dire che il tasso di industrializzazione è molto elevato. Questo è stato causa dello sviluppo della provincia fino all’anno 2000, oggi questo territorio si trova ad aver subito due fasi di crisi: la prima con l’ingresso dell’euro, la seconda con l’aggressione della produzione cinese. La crisi globale ha inflitto un ulteriore colpo ad una situazione di crisi di fatto già innescata. Oggi la via d’uscita potrebbe essere nei nuovi settori produttivi, come l’agroalimentare e la meccanica, anche attraverso l’aggregazione delle imprese in progetti condivisi.”