Memorie di Andrea SARTO E PROIETTORE DI FILM

Cinema_ProiettoreR375Sorride soddisfatto mostrando il suo Premio Di Venanzo, ma si schermisce anche un po’: “Mi hanno detto che è importante, ma io non lo so…”. La motivazione recita: “Ad Andrea Di Giannatale, che negli anni ’50 portò il cinema nelle splendide contrade abruzzesi- 25 ottobre 2003”. A consegnare l’ambita targa Valeria Marini. In sala anche Marina Suma.

Come sono? “Belle, belle!” La vita di Andrea, classe 1923, quasi novant’anni molto ben portati, è un fl orilegio di esperienze: il suo antico mestiere è sempre stato quello di sarto, cominciato in tenera età: “Da quando avevo 14 anni cominciai ad andare a bottega per imparare”. Teramano di Forcella, durante la guerra si è guadagnato anche la simpatia dei tedeschi: “Ci mandavano a dissodare terreni per fare le strade dove dovevano passare i camion dei nazisti ed io mi sono salvato come sarto di compagnia; un maresciallo mi fece un salvacondotto scritto grazie al quale ero esentato dai lavori di bassa manovalanza”. Appena dopo la guerra si sposa con Maria Giuseppa,”una regina” che le è stata portata via da un cancro; qui la voce di Andrea si fa un filo ed abbassa anche gli occhi : “Già sono diffi cili le cure adesso, immaginati più di trent’anni fa…”. Tre figli, cinque nipoti di cui è orgoglioso. “Ho fatto tantissimi sacrifici, non tornavo a casa neanche per mangiare”, dice. Tra il 1954 ed il 1958 s’ingegna “per arrotondare” e il sabato sera con la sua Lambretta porta il cinema a Forcella, Campli e altre zone della provincia. “Io guidavo, dietro di me il bigliettaio della società autori (l’attuale SIAE, nd’a) con un lenzuolo che faceva da schermo, un proiettore, il generatore di corrente e un altoparlante. Il tipo di fi lm era di ogni genere e serviva ad allietare le persone prima della domenica, quando sarebbe arrivata la banda in paese: westerns, romantici, di ogni tipo. Compravamo le bobine dalla MGM che aveva gli uffi ci ad Ancona, oppure dalla San Paolo a Pescara, perché costavano meno! Gli affari andavano bene: ho comprato la 500, dopo la 600, poi è arrivata la tv e m’ha gabbato…” Tanti gli aneddoti: “Una sera ero a Miano e c’erano i carabinieri che stavano smistando pellegrini che scendevano da un pullman di ritorno da un santuario; mi videro e mi chiesero la licenza, ma io non l’avevo! Mi diffidarono, nel frattempo chiesi i permessi, ma lì non ci sono andato più; invece a Cermignano mi lasciavano fare… facevo entrare la Benemerita senza pagare il biglietto!” Sarto, proiettore di fi lms, suonatore di clarinetto nella banda di Forcella: a tal proposito un’altra targa, rilasciatagli dalla banda stessa in occasione dei 200 anni dalla fondazione della medesima: “Al nostro musicista Andrea per aver fatto la storia con i suoi 73 anni di instancabile attività sempre presente in questo concerto, grazie- 6 agosto 2010”. Quasi cent’anni pieni d’impegno e di lavoro, altro che la vita presa di striscio dei giovani: l’attività sartoriale è ancora viva? “Se ne trovano pochi, pochissimi, la maggior parte donne, ma il taglio di un vestito da uomo è chiaramente diverso da un tailleur, non tutte sono all’altezza del compito…” E’ chiaro che la società pioneristica di cui Andrea ha fatto parte è ormai morta e sepolta. Oggi sarebbe impensabile intraprendere certe attività. Ci sono ragazzi e ragazze che vogliono imparare il mestiere? “N’po’ poc…” e ride composto “Oggi studiano tutti e non amano le attività manuali; eppure c’è ancora tanto da lavorare!”