Cin cin Italia

Cin cin ItaliaGià in alcuni interventi precedenti su queste pagine, parlando dei 150 anni di unità politica dell’Italia, si è cercato di mettere in evidenza i fattori che hanno spinto popolazioni di cultura e tradizioni diverse a trovare quegli elementi unificatori per riconoscersi in un solo Stato. Tra questi motivi, non ultimo, è da considerare un’attività primigenia che ha dato nomeunico, Enotria (= terra del vino), a tre grandi regioni meridionali:

Puglia, Calabria e Campania, i cui abitanti erano, pertanto, chiamati Enotri (= coltivatori di vite). Con l’unità d’Italia si ha pure un risorgimento dei vini della penisola. Dopo l’importanza e l’eccellenza di questo prodotto nell’antichità greco-latina, a causa dello spostamento dell’asse economico dal Mediterraneo all’Atlantico, si sono avuti dei secoli (XV– XVIII) durante i quali i prodotti della penisola sono stati surclassati da quelli di altri Stati (Spagna, Portogallo e Francia). Già Federico II aveva capito l’importanza per il sud di questo manufatto, cui era legata una intensa e meticolosa attività di sviluppo e ricerca. L’imperatore svevo aveva promosso la coltivazione di alcuni vitigni autoctoni, particolarmente, nelle regioni dell’ Enotria con il Fiano, il Greco di tufo, l’Aglianico, il Falanghina, il Primitivo, il Negroamaro, l’Apicia (moscato di Trani); e anche in Calabria, Sicilia e Lucania. Nei secoli successivi, questi vini, pur apprezzati dalle potenze straniere che esercitavano il predominio sulla penisola, non riuscirono ad imporsi a livello internazionale a causa di una politica economica poco attenta a certi valori. A questo periodo è da attribuire l’errata denominazione di due vitigni autoctoni dell’Abruzzo: il Trebbiano e il Montepulciano. Solo l’Inghilterra aveva capito l’importanza di un prodotto veramente straordinario e molto richiesto dai mercati, il Marsala, su cui esercitava una specie di protettorato. L’ ‘800 attribuirà al vino il suo peso economico e politico. I grandi protagonisti del Risorgimento (Carlo Alberto, Cavour, Vittorio Emanuele II, Bettino Ricasoli, Garibaldi), infatti, erano tutti grandi produttori di vino e, secondo qualche salace battuta del tempo, anche grandi bevitori per concepire un progetto di tal fatta. Per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, l’Associazione Nazionale Italiana Sommelier Puglia Vinitaly di Verona e il Centro Studi Sidney Sonnino di Montespertoli dedicano alla storia del vino grande risalto nel periodo risorgimentale, con convegni, studi, ricerche e degustazioni. Non resta altro che esclamare con Orazio:”Nunc est bibendum”.