MAGGIO INOLTRATO A PORTO SANTO STEFANO – versi di Anna Manna e commento di Eugenia Serafini

Commento introduttivo di Eugenia Serafini

“…mentre il mondo si sgretola/zampillano le onde dentro il golfo…” in questa chiave di lettura tra sofferenza e timore per la società che si rivela in crisi etica e sociale eper contrasto l’amore per il vivere con pienezza gioiosa l’esistenza di cui la Natura è parafrasi, si racchiude e nel contempo si svela il sentimento esistenziale di Anna Manna, scrittrice poliedrica, raffinata poeta e infaticabile ideatrice di eventi culturali di ampio respiro.

Ecco, chi conosce Anna, la ritrova in tutto il suo impeto vitale in questa sua poesia: poesia d’amore per l’esistenza che si rivela attraverso i quattro elementi Acqua, Aria Terra e Fuoco; essi prendono vita nell’espressione visionaria di questo Maggio inoltrato a Porto Santo Stefano, che già nel titolo dichiara lo splendore della Terra nella fioritura di Maggio, con i suoi profumi inebrianti, con i suoi colori intensi dell’Acqua che il mare esalta fondendosi nell’azzurro dell’Aria, nel cielo intensamente azzurro.

“…mi sveglio in una verde palude/che conosce i fiori,/ quasi un acquario/ poi il sapore denso di una ciliegia/ cosparsa di liquore/m’avviluppa la mente,/e vibra il verde d’azzurro/ azzurro azzurro azzurro azzurro/non distinguo bene il mare/dalla coltre delle nubi/solcano il mare che ormai mi ha travolta”.

È nel pretesto del “sapore denso di una ciliegia/cosparsa di liquore”, improvviso e inaspettato tocco di rosso, che lei vorrebbe racchiudere e coprire le emozioni profonde impresse dalla natura al suo sentimento del vivere, che sembra farla vacillare sopraffatta, quasi ebbra di tanto colore, di tanta bellezza, stordita e immedesimata in una Natura naturans, timorosa di non poterne sostenere il peso.

“cameriere, scusi, mi toglie quest’ambrosia dal bicchiere/con questo vento caldo mi stordisce/ ma che liquore è ?”  L’ironia del dettato non deve trarre in inganno, la frase gettata là con voluta e leggera nonchalance dichiara la volontà di tornare al presente, non lasciarsi sopraffare dall’incanto che segretamente ma con forza l’avvolge. Anna lo riconosce “È l’ambrosia del porto, il suo canto dolente/ed avvincente/il ricordo…il sogno…la malia…/è uno scocchio di ciglia/è l’abbraccio stregato del mare”.

Ma ecco che la paura, quella stessa paura che in apertura di poesia si identificava nel becco arancione di un gabbiano, si riaffaccia subitanea e i colori medesimi del verde e dell’azzurro si mutano in espressioni di aggressività, le parole sottolineate al nero del grassetto a marcarne l’evidenza. “Tutti hanno paura/del domani/cercano inutilmente soluzioni/ m’agguanta il verde, vira di nuovo verso l’azzurro del mare/ capovolge il presente, lo sconfessa”. È la vita, la cronaca, l’incertezza degli eventi, l’aggressività della società che non si eleva, non evolve verso valori etici bensì precipita abbrutita nella malavita, nella droga, nell’alcool.  È la paura del divenire che non dà più certezze e sembra sopraffarla, lei, espressione di una sensibilità profonda che ne è ferita, e allora di nuovo con un tocco leggero e geniale cerca di tirarsene fuori, salvarsi: “cameriere mi porti di nuovo quell’ambrosia… E se mi inoltrassi nei colori del  porto/ se mi confondessi/ col gemito di una sirena/dentro il golfo ?”

Straordinaria e bellissima espressione, desiderio di immedesimazione totale con la natura nei suoi colori e nella più affascinante delle sue creature: la Sirena! Immedesimazione dolente ma salvifica, dalla quale rinascere con un miracolo improvviso, un terremoto dell’anima e del cuore che è AMORE. L’espressione di Raul Acheves “La poesia abita misteriosamente nelle parole, come l’anima dentro il corpo” racchiude e conclude il sentimento di questa intensa poesia.

Eugenia Serafini
Anna Manna a Porto Santo Stefano

 

versi di Anna Manna
Tre sassi dentro l’acqua
un sibilo nel fianco
mentre il mondo si sgretola
zampillano le onde dentro il golfo…
Sboccia la voglia zingara
di more
è fresco il lungomare
mi rilancia…
un piacere di niente
s’accuccia vicino alla ringhiera.
Mi sorride un gabbiano,
mi spaventa quel becco così arancione
cerca l’appiglio per trinciarmi il cuore…
mi sveglio in una verde palude
che conosce i fiori,
quasi un acquario,
poi il sapore denso di una ciliegia
cosparsa di liquore
m’avviluppa la mente,
e vibra il verde d’azzurro
azzurro azzurro azzurro azzurro
non distinguo bene il mare
dalla coltre delle nubi
solcano il mare che ormai mi ha travolta
cameriere, scusi, mi toglie quest’ambrosia
dal bicchiere
con questo vento caldo mi stordisce
ma che liquore è ?”
È l’ambrosia del porto, il suo canto dolente
ed avvincente
il ricordo..il sogno…la malia…
è uno scocchio di ciglia
è l’abbraccio stregato del mare
mentre il mondo si sgretola
qui a Porto Santo Stefano scorre il mio
sangue nuovo
scrive di rosso un fuoco
trema la roccia appena
quel tanto per restare in una zona
di sgomento e paura.
Tutti hanno paura
del domani
cercano inutilmente soluzioni
m’agguanta il verde, vira di nuovo verso
l’azzurro del mare
capovolge il presente, lo sconfessa
“cameriere mi porti di nuovo quell’ambrosia...”
Forse è l’unica cosa certa
in questa sera di maggio
inoltrato
questo maggio mancato
questo maggio in agguato
questo verde che vibra
questo azzurro che mi afferra
questo crepitare di fuoco vicino
e in lontananza….
E se mi inoltrassi nei colori del porto
se mi confondessi
col gemito di una sirena
dentro il golfo ?
Questo miracolo improvviso
incandescente
questo terremoto dell’anima
e del cuore
somiglia stranamente all’amore.
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