MA QUALE “FESTA” DELLA DONNA!

festadonnaL’8 marzo è la giornata internazionale della donna.

Questo, dunque, è un giorno fissato dalla comunità mondiale sia allo scopo di ricordare le avvenute conquiste del genere femminile in campo sociale e politico, sia allo scopo di ribadire quali siano ancora le troppe discriminazioni, le violenze, la sottomissione, l’emarginazione e altri soprusi ai quali le donne continuano ad essere soggette.
E’ tuttavia fin troppo evidente che le giovani di oggi, paghe di un presunto miglioramento della condizione femminile ed ignare degli sforzi compiuti dalle loro madri e nonne, non colgano l’effettivo significato di questa giornata giacché, non solo la definiscono “festa della donna” ma perché si comportano proprio come se tale ricorrenza si ispirasse alla più assoluta frivolezza.
Ovviamente, l’impegno delle donne in questa giornata dovrebbe essere rivolto a creare raduni nei quali esprimere opinioni, fare progetti, muoversi nella giusta direzione per raggiungere mete urgenti e irrinunciabili e per rivendicare quella dignità necessaria alla sopravvivenza dell’essere umano la quale, ancora troppo spesso, viene negata al genere femminile.
Nessuno, per esempio, scambierebbe la Giornata della memoria o quella del Malato per una festa, eppure le donne cascano in questo equivoco con una facilità che dimostra un’ignoranza dei fatti storici riguardanti le tappe conquistate dalle donne che non può essere casuale.
Le Istituzioni, spesso condotte da chi non ha interesse nel vedere quali e quante siano le capacità delle donne finalmente prive di quel condizionamento  culturale che le tiene soggette, non vedono di buon’occhio le iniziative di chi vorrebbe dar forza al movimento femminile. I potenti, infatti, hanno la capacità di stravolgere il significato degli eventi. Mentre da un lato si dimostrano straziati dal dolore nel ravvisare le povere donne ammazzate, picchiate, stuprate e ne fanno oggetto di lunghe, quanto inutili, ore di talk show, nel contempo, per esempio, impediscono a me, piccola donna sconosciuta, di intervenire nelle trasmissioni radiotelevisive, di scrivere sui giornali a tiratura nazionale e danno perfino al Sindaco e alla Giunta della città nella quale vivo, la facoltà di imbavagliarmi. Ancora una volta mi è stato impedito di intervenire alla manifestazione in favore della donna in programma per il prossimo  8 marzo. Sicuramente la giornata sarà “festeggiata” come si conviene e si cercherà di lasciare del tutto inalterato il vissuto femminile il quale si ripresenterà, per la tranquillità della cittadinanza, ogni giorno uguale al precedente.
Vorrei che le donne ricordassero che dal 1975 al 2000 si sono tenute a Città de Messico, a Copenaghen, a Nairobi, a Pechino e a New York, 5 Conferenze mondiali sui problemi della donna. Vorrei che ricordassero che chi detiene il potere ha l’obbligo di farsi carico delle responsabilità che nel merito gli competono. Le Istituzioni non possono permettersi involontarie distrazioni rispetto ad un problema che riguarda più della metà della popolazione mondiale, a maggior ragione non devono permettersi volontari atti di censura.     

PrimaPagina edizione Marzo 2014 – Milena Milone psicologa