L’opinione di MARCELLO MARTELLI – settembre 2011

 “Turismo zoppo” in cabinovia extralusso

Dopo le occasioni perdute, torna attuale il discorso sullo sviluppo “a macchia di leopardo”.

Ma sarà la volta buona per cancellare ritardi ed errori?

Siamo al termine della stagione turistica. E’ ancora presto per fare il consueto bilancio. Ma qual è il punto sul rapporto fra il turismo e

cabinoviaopinione

l’Abruzzo? Lo chiediamo a Marcello Martelli,giornalista e scrittore, che più volte si è occupato del tema sempre attuale dello sviluppo.”Abruzzo e turismo dovrebbero andare a nozze, senza possibilità di divorzio. Finalmente, è entrato nel cervello di molti che “l’industria delle vacanze” è una via obbligata, una prospettiva reale per la nostra regione. Lo hanno capito le forze imprenditoriali più attente e lo ha percepito il governo Chiodi. In particolare, l’assessore al ramo, Mauro Di Dalmazio, che ha assunto un ruolo importante anche su scala nazionale.

Insomma, le premesse ci sono per poter lavorare bene e arrivare presto a risultati apprezzabili. A una svolta, direi”. Ma a che punto siamo nel settore? “L’Abruzzo ha tutto per fare turismo.

Risorse naturali, attrattive monumentali ed enogastronomiche, ma…”. Cosa manca? “C’è che non siamo competitivi ed è un problema del resto generale, italiano. Abbiamo fatto molti passi indietro, in questi anni. Se proprio va bene, una settimana in Abruzzo costa come l’equivalente in Turchia o in altri paesi esteri alla moda, che offrono una vacanza competitiva e di qualità.

Per quel che ci riguarda,dobbiamo recuperare il tempo perduto, affrontando in fretta i problemi della formazione, dei costi e della qualità…Né si può ignorare che il nostro sviluppo turistico sia avvenuto a “macchia di leopardo”, con molte sacche di arretratezza, che riguardano soprattutto la montagna e le zone interne…”.

Recentemente, hai trascorso una breve vacanza nella zona del Gran Sasso versante teramano e hai avuto modo di fare delle riflessioni. Ne vogliamo parlare? “Volentieri. Da quelle parti, lo sviluppo turistico si è fermato a mezza strada e, visto che non abbiamo avuto la capacità di andare avanti, verrebbe voglia di tornare indietro. A quando sul Gran Sasso d’Italia si andava a dorso di mulo o di cavallo. Non tanto vacanze o ferie, erano escursioni fra avventure e imprevisti naturali, con borraccia a tracolla e stozza nello zaino. Niente automobili e non servivano i distributori di carburante sotto il Gigante. Ne arrivò uno negli anni cosiddetti del boom, ma non c’è più… Resta solo lo scheletro ed è inutile avvicinarsi per riempire il serbatoio dell’auto in riserva o in panne. Il primo che passa informa che a Prati di Tivo, Pietracamela, Intermesoli, Fano Adriano, Cerqueto e oltre,l’esercito turistico supermotorizzato non è contemplato…”. – A pensarci, è davvero un paradosso, per non dire di più…

“Sotto il Gran Sasso, versante Teramo, il turismo non va a benzina. Ha avuto tutto il tempo, negli ultimi rent’anni, per tornare al mulo e al cavallo. Qui il popolo delle vacanze arriva sempre di meno e, quando si aff accia, rischia di restare a piedi.Per il semplice (e assurdo) inconveniente che non riesce a trovare un distributore di carburante. Né esiste un cartello aggiornato che, salendo, avverta l’improvvido automobilista: ‘Attenzione, serbatoio pieno. Oppure, meglio procedere a dorso di mulo o di cavallo’. A più di uno è già capitato di restare a piedi”. Al mare un po’ di più, ma nelle nostre aeree montane, forse,non si è ancora capito che non può esserci turismo dove non ci sono servizi per accogliere e ospitare chi arriva…

“Meglio saperlo: il turismo della nostra montagna off re solo servizi che hanno un ritorno. Cioè, un guadagno garantito. Per quanto indispensabile possa essere, una stazione di servizio che fornisce carburanti costa e, se non incassa euro a suffi cienza, che si fa? Si chiude… Anche se, a Prati di Tivo, enti e privati hanno costituito una società di partecipazione, investendo ingenti capitali. Senza badare a spese, per realizzare una moderna cabinovia e attirare (ma guarda un po’…) turisti in quantità. La grancassa pubblicitaria e promozionale fa la sua parte. Omette, però, il particolare, per nulla trascurabile, del distributore di carburante che non c’è… Né qui né in tutto l’universo mondo di questo bizzarro turismo montano tornato all’antica. Quando autostrade e Traforo non c’erano. Oggi sono una realtà, ma è come non ci fossero e anche il distributore-fantasma sta a confermarlo”.

Sorprende che le grandi infrastrutture viarie non abbiano portato niente di buono da quelle parti… “I vacanzieri in arrivo dalla Capitale e da altre direzioni sono tanti ogni anno (e le statistiche lo ricordano inutilmente). Ma corrono veloci verso l’Adriatico, guardando da lontano il Gran Sasso,sfiorandolo. Usciti dal Traforo, arrivare lassù è come affrontare un altro viaggio fra i tornanti di una strada interminabile e impervia,sia pure incastonata in un paesaggio mozzafi ato. Fatte le grandi infrastrutture viarie, si sono dimenticati di collegarle con la parte più importante del territorio teramano. Quella del turismo e delle aree interne. Rimaste appartate e isolate, come sempre. Risorse tagliate fuori dal mercato delle vacanze, mentre il Traforo, sullo sfondo, si staglia come una magnifi ca cattedrale nel deserto. Decisamente dorso di mulo e di cavallo, che non hanno necessità di carburante e consentono di godere appieno, senza imprevisti, il paesaggio. Per vivere il brivido delle escursioni vecchi tempi. Tutta natura, senza quattro ruote, solo quattro zampe. Per fare di questi luoghi tornati al passato una speciale ed esclusiva oasi naturale. Come piaceva ai nostri padri, che le vacanze all’insegna del consumismo di massa non l’avevano mai conosciute”.

-A parte la considerazione alquanto paradossale del ritorno al passato, qui però c’è da andare avanti, ma come? “Lo sviluppo deve riprendere il suo corso in un settore ancora tutto da valorizzare, con una maggiore chiarezza di idee e determinazione. Le priorità che si impongono sono quelle dei servizi e della qualità.

Al mare come in montagna e nelle aree interne. Con un progetto unitario, armonico e, questa volta, decisivo per fare dell’Abruzzo una regione di grande attrattiva ed eccellenza turistica”.