L’INGEGNERE GARBATO E SCHIVO E IL SUO AMORE PER TERAMO

La scomparsa di Ennio Marcozzi e l’affetto , ricambiato, per la sua città

 

di Mafalda Bruno

Quando una città intera si rammarica e si stringe nel dolore per la perdita di un suo concittadino, il motivo non può essere che uno solo: che ad andarsene è stato un uomo di grandi valori, personali e sociali. una Persona Perbene (scritto volutamente in maiuscolo), un uomo che, con la sua vita, ha fatto la differenza per sé stesso, la sua famiglia e tutta la sua città.

Con la sua dipartita, l’Ingegnere Ennio Marcozzi ha lasciato un vuoto immenso che è stato avvertito forte e chiaro: prova ne sia che la Cattedrale, per il suo funerale, era stracolma di persone, accorse per ricordarlo ed accompagnarlo nella sua ultima apparizione pubblica.

Ma chi era Ennio Marcozzi? Era un uomo che ha fatto dell’eleganza e del garbo discreto il suo tratto distintivo. Così lo ricordano e così ne parlano tutti i suoi concittadini.

Nel suo lavoro ha lasciato una impronta di serietà ed operatività che la renderà indelebile nel tempo Le costruzioni edili di cui è stato artefice porteranno sempre il segno della sua professionalità e dedizione alla città di Teramo, così come le ricostruzioni di alcuni luoghi storici della città, una su tutte: la Fonte della Noce.

Mai fuori le righe, sempre elegante sia nel lavoro che nelle relazioni personali, l’Ingegnere amava la vita in tutte le sue accezioni: la sua passione per lo sport era nota a tutti: dallo sci al calcio senza disdegnare il nuoto e le passeggiate in bici. Per il calcio era tifosissimo della Juventus, passione che ha vissuto, così come lo sci, sempre in sintonia paterna con il figlio Gian Michele. Senza ostentata pubblicità e clamore, è stato il main sponsor per la squadra della Teramana che il giorno dopo il suo funerale, nella partita a Pescara, ha giocato con il lutto al braccio.

E sempre nella discrezione garbata che lo ha sempre contraddistinto, in passato Ennio Marcozzi aveva anche sponsorizzato il Teramo basket fornendo un contributo fondamentale  soprattutto per la sua ripartenza.

Si può fare tanto rumore con la propria scomparsa? L’Ingegnere lo ha fatto. Si può causare il dispiacere di una città intera che si è unita alla sua famiglia nel lutto? L’Ingegnere lo ha fatto. Può un silenzio assordante rendere tangibile il rammarico di tanti teramani per una persona che non c’è più? L’Ingegnere lo ha fatto. Si può essere “famosi” pur rifuggendo dal clamore della notorietà? L’Ingegnere lo ha fatto.

A parziale conforto della sua famiglia per la scomparsa di Ennio Marcozzi, ci piace concludere citando uno dei massimi Dottori della Chiesa: “Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo” (Sant’ Agostino)