
Fu tacito l’addio,
prodiga la zolla che custodiva semi
e radici.
[Vito Moretti]
«Egli deve crescere e io invece diminuire» [Gv 3,30] si legge nei Vangeli. Se san Giovanni Apostolo diffuse la Luce con la sua evangelizzazione, san Giovanni il Precursore l’annunciò. San Giovanni Battista è anche simbolo del solstizio estivo che inizia la stagione del sole. Un elemento frequente nella tradizione leggendaria legata a san Giovanni è proprio il sole e il suo culto nelle sue varie mutazioni temporali e culturali, poi cattolicizzato ai nostri giorni. Studi antropologici dimostrano come il 24 giugno raccolga più tradizioni folkloriche di qualsiasi altro giorno del calendario liturgico, sintetizzando in sé diversi culti solstiziali. Ma è anche festa d’inizio stagione che, nella riproposizione popolare, diviene importantissima ritualistica propiziatoria e purificatrice.
Il Battista custodisce in sé i caratteri delle antiche divinità agricole manifestati sia dal ritualismo agrario-solstiziale presente nella sua festa, sia dall’iconografia più antica del santo nella quale sono presenti rami e tronchi d’albero spezzati e rigermoglianti, simboli vegetali di morte e rinascita. San Giovanni è quale rigeneratore e simbolo della vita che periodicamente deve rinnovarsi.
Parlando di colui che fu il primo a battezzare, che usò l’acqua per purificare l’uomo e per farlo entrare nel gregge di Cristo e che bagnò il capo di Gesù, non ci si può sottrarre dal parlare di acqua. Del suo potere purificatorio ma anche come simbolo di vita: «La rugiada mattutina che agevola il nascere quotidiano del sole!», scrive De Nino, anticipando di secoli le moderne scoperte sulla fotosintesi clorofilliana attivata dall’acqua di rugiada.
Luna e Sole, Acqua e Fuoco sono gli elementi predominanti del culto di san Giovanni, insieme al comparaggio e alle erbe, in una quadripartizione che ricorda gli elementi empedoclei rielaborati nella tradizione alchemica medievale.
Una delle ritualistiche legate a san Giovanni Battista più riproposta annualmente è l’acqua magica di san Giovanni, che riunisce i due elementi che tra loro si completano e amplificano le loro virtù: acqua ed erbe.
L’acqua di san Giovanni affonda le radici in antichi culti solstiziali precristiani, con significative analogie. La Chiesa sovrappose strategicamente queste tradizioni alla festa del Battista, creando un perfetto esempio di sincretismo religioso.
Dal punto di vista alchemico, l’unione di acqua (principio femminile) ed erbe (forza solare) durante il solstizio rappresenta il coniunctio oppositorum tra Luna e Sole. Le moderne analisi chimiche dimostrano come l’esposizione lunare favorisca effettivamente l’estrazione di oli essenziali dando base scientifica all’antica saggezza popolare: la luce lunare, riflessa e meno aggressiva di quella solare, preserva meglio i composti volatili.
Ma qual è la formula esatta della prodigiosa acqua? Una ricetta unica non esiste, così come per ogni cosa. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si devono raccogliere erbe, spezie e fiori tra i quali: iperico (contro i «demoni»), lavanda («spighetta di san Giovanni» che, profumando gli abiti, protegge chi li indossa), felce (dona capacità divinatorie, forze soprannaturali e sapienza; secondo le credenze il suo fiore si schiude solo la notte di san Giovanni, resta visibile per un attimo e può essere raccolto solo dopo aver lottato con il demonio), artemisia (assenzio volgare, dedicata a Diana-Artemide e utile contro il malocchio), finocchio selvatico (potente amuleto utile ad affinare l’occhio nel riconoscere gli inganni), avena (simbolo d’abbondanza che aiuta a fare la scelta giusta), ruta (per le proprietà curative e come scaccia diavoli, data la sua forma a croce), menta (bagnata dalla rugiada a garanzia di lunga vita), salvia (protegge dalle creature malvagie), verbena (simbolo di pace e prosperità, cara alle streghe, in grado di guarire da molte malattie), ribes (i cui frutti rossi sono chiamati anche «bacche di san Giovanni»), vinca (utilizzata per la preparazione di talismani vegetali), mandragola (una delle piante più pericolose, sedante ed eccitante per la sua essenza ambivalente, cara alle streghe per la preparazione di narcotici e filtri d’amore), rosmarino (per tenere lontani diavoli e streghe), aglio (potentissimo talismano soprattutto contro le streghe se raccolto prima del sorgere del sole), timo, amaranto, alloro, centinodia, erba carlina, basilico, rose, ginestre, papaveri, ecc.
Immergerle in acqua e lasciarle fuori casa per tutta la notte per ottenere un’acqua odorosa e magica, utile per la bellezza, la salute e contro il malocchio. Le giovani nubili devono lavarsi con quest’acqua pensando intensamente all’amato per sposarsi entro l’anno.
Al fine di una trattazione più completa, mi sono avvalso del contributo di studiose specializzate nelle tradizioni rituali pagane per quanto concerne la preparazione dell’acqua solstiziale – denominazione distinta dall’acqua di san Giovanni, essendo quest’ultima radicata nella tradizione popolare cattolica.
Martina Tennina, wicca e sacerdotessa di Diana, per preparare l’acqua solstiziale utilizza sette o nove erbe, prevalentemente tra queste: la lavanda, perché rende l’aura più leggera, porta felicità e accresce le energie personali; l’alloro e il rosmarino, come piante che allontanano le negatività e favoriscono le intenzioni; la menta per la guarigione e la lucidità mentale; la calendula per l’amore e la serenità; la malva, il gelsomino, la rosa e il basilico come piante ‘afrodisiache’, che incoraggiano l’amore verso se stessi e verso l’altro; l’artemisia per la pulizia e per le visioni; la salvia per la protezione e la longevità; e l’iperico, che scaccia i diavoli, oltre a essere un ottimo emolliente per la pelle.
Prima di raccogliere le erbe, chiede il permesso allo spirito del luogo e a quello verde di ogni pianta che raccoglierà; ascolta la risposta e, se sente che può, ne raccoglie solo il minimo indispensabile all’uso. Dopo la raccolta, contraccambia il dono con semi alla Terra e con una poesia, piccoli cibi, un proprio capello, canti, semi…per gli spiriti verdi delle piante.
È importante anche che l’acqua sia sorgiva e pura; messa in una ciotola di vetro, accoglierà le piante raccolte e inserite una a una, invocando il dono che ognuna di esse porterà all’infuso. La notte, verrà esposta ai raggi lunari e alla rugiada, che amplificheranno il tutto.
Sandrine Sinni, etovogena (figlia delle erbe), appartenente al Collegio Druidico Nazionale, utilizza 13 erbe. L’acqua di San Giovanni non è contemplata nella tradizione druidica antica e nel neodruidismo del 1600, ma c’è un’acqua che alcuni druidi, pur esulando dalla tradizione prettamente druidica, preparano nello stesso periodo, ovvero l’acqua lustrale solstiziale. Il numero di erbe e fiori ideale sarebbe 13: uno per ogni mese dell’anno, più uno per gli Dei/Dee che cambiano a seconda della zona – montana, pianura o regione – in cui si trova il raccoglitore. Un aspetto ancora più importante delle erbe inserite è che abbiano principalmente uno scopo di purificazione. Tra queste erbe non possono mancare: l’iperico; la menta; la salvia; il rosmarino e il papavero. A queste si aggiungono, in ordine d’importanza e dello scopo magico che si vuole ottenere: sambuco; achillea millefoglie; avena; finocchio selvatico; malva; lavanda e rose. I druidi che preparano l’acqua del solstizio utilizzano come tredicesima erba/fiore la verbena, in quanto è la loro erba più sacra in assoluto.
Il momento migliore per la raccolta delle erbe è alle prime luci dell’alba, quando le erbe sono ancora vestite di rugiada, in alternativa si sceglie il tramonto, quella fase del “non tempo” tra la notte e il giorno.
Profumi, colori e il refrigerio dato dall’acqua. Vi invito a chiudere gli occhi e a immaginare la sensazione di benessere che provereste quando, al mattino del 24 giugno, immergerete le mani nell’acqua magica che avrete preparato la notte precedente e posta all’aperto sotto l’influenza della luna. Il giallo, il rosso, il blu, il verde… il profumo di erba e di fiori, di salvia, di rosmarino, d’alloro, di menta… che vi accarezzano la pelle del viso riscaldata dall’estate, potenziata dalla frescura dell’acqua. Fate un respiro profondo verso il sole che sorge.
Questa è la magia della vita!
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David Ferrante è anche autore del saggio Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018), ristampato in edizione ampliata nel 2020 e nel 2023.