LA STRADA PER LA LIBERTA’

Quella portata avanti da Martin Luther King può essere defi nita la più grande battaglia della storia per liberare dalle catene della segregazione razziale e della discriminazione milioni di neri d’America, in nome della democrazia, giustizia, fratellanza, eguaglianza e soprattutto libertà e nel segno di un sogno politico che parla la lingua della protesta pacifica , della dignità, della disciplina, elevandosi con la forza dello spirito e senza bere nella coppa dell’odio e del risentimento.
Tre mesi di lotte e cortei nel 1965, che si articolarono in tre marce da parte di cittadini americani di colore che rivendicavano i proprio diritti politici attraverso il diritto di voto, animarono quel periodo, partendo dalla prima conosciuta come BloodySunday per la reazione sanguinaria e violenta della polizia e dei bianchi e terminando con la nota e importantissima marcia da Selma e Montgomery.

Il film, SELMA, LA STRADA PER LA LIBERTÀ, la cui uscita è prevista per febbraio nelle sale cinematografi che italiane, si concentra proprio su questa iconica marcia di ben 80 km fino alla capitale dell’Alabama, della comunità nera della città di Selma per protestare contro gli abusi subiti dagli afroamericani e che , vittoriosamente, condusse il Presidente Johnson a firmare il VOTING RIGHTS ACT del 1965, il documento che fi nalmente concedeva ai neri di poter votare alle seguenti elezioni che si sarebbero svolte nel paese. Nel rievocare tali eventi c’è l’elogio della figura di Luther King, il leader dei diritti civili per eccellenza, ma soprattutto del suo insegnamento ad abbattere ogni pregiudizio etnico attraverso l’ottimismo creativo dell’amore e della resistenza non violenta come la sicura alternativa alla reazione più violenta. La marcia da Selma a Montgomery ha cambiato la storia dell’America per sempre e il fi lm si preannuncia, già con la nomination a 4 Golden Globe e in aria da Oscar, appassionante e realistico, oltre che con un cast di eccezione.

La Curiosità – La canzone degli U2, PRIDE (in the name of love)è stata scritta proprio in onore di Martin
Luther King. Nel testo si parla di “un uomo che viene in nome dell’amore… un uomo per cambiare le cose…nel nome dell’amore…” elogiando il criterio della non violenza nel raggiungimento della giustizia e dignità di tutti i popoli,
caposaldo della “battaglia” del leader simbolo dell’evoluzione civile in tutto il mondo, per i diritti civili e l’uguaglianza razziale in America.
Nell’ultima strofa della canzone si parla dell’assassinio di Luther King perché “ la morte non potrà mai togliergli la libertà e soprattutto l’orgoglio”.

PrimaPagina edizione gennaio 2015 – di Adele Di Feliciantonio