La Sindrome Cinese

Nei primi anni 80 era il titolo di un film che ipotizzava  la fine del mondo per colpa delle disastrose conseguenze di un

incidente nucleare in Cina che avrebbe fatto esplodere letteralmente il pianeta.

Qualcosa di esplosivo oggi proviene lo stesso dalla Cina che, con il crollo delle Borse  rischia di far definitivamente deflagrare l’economia mondiale,  ed europea in particolare,  già agonizzanti da anni di crisi.

Per far fronte alle ripetute cadute dei mercati finanziari sia la Cina che, a suo tempo,  l’America hanno deciso di svalutare le loro monete.

L’Europa no. Continua la sua corsa suicida su un binario rigido, non permettendo a nessuno degli Stati membri di attuare strategie alternative. Fiscal compact, patti di stabilità, parametri di Maastricht, L’Europa (o chi per essa) continua imperterrita la sua corsa contro un muro che tutti vedono, ma che nessuno sembra voler evitare.

La ripresa sbandierata da alcuni governi non esiste e non esisterà ancora per molto tempo. Ma allora cosa impedisce ai nostri politici di riprendersi e soprattutto di restituirci la nostra Sovranità Popolare? Cosa succederebbe se gli Stati Europei se ne riappropriassero appieno? Niente, assolutamente niente. I patti di stabilità, i fiscal compact, i parametri di Maastricht sono convenzioni, trattati, come se ne sono fatti e se faranno in ogni tempo della Storia.

Si possono modificare, annullare o sostituire con altri accordi e altre convenzioni. E perché non si fanno? Perché non è la politica che decide, non il benessere delle persone  o dei popoli il fine ultimo delle azioni dei potenti. Ma sempre e soltanto il lucro per alcuni, per i pochi che arrogandosi il potere di definire parametri e convenzioni determinano il destino e la vita di milioni di altri.

E non c’è governo che sia finora sfuggito a questo “canto delle sirene”.

Nonostante la voce dei popoli si stia alzando (il NO della Grecia è stato assordante) e siano ormai milioni le persone che in ogni Paese, astenendosi dal voto, denunciano la loro forte volontà di non riconoscersi in questi politicanti e in queste politiche.

“Non vi vogliamo” è il messaggio forte e chiaro del Popolo del NO, ma loro, nelle loro torri di vetro non ascoltano più.

Si parla a senso unico, senza contraddittorio. Uffici stampa, comunicati… e risposte? zero.