LA CAMPAGNA ELETTORALE DEI SOCIAL MEDIA MANAGERS

Giorni duri per gli addetti alla comunicazione politica in vista della consultazione elettorale del 25 settembre 2022 in cui gli italiani sono chiamati, loro malgrado a scegliere i nuovi parlamentari e di conseguenza il nuovo governo.

Questa crisi, sebbene invocata e auspicata da molti, non sembrava così imminente, visto il consenso che si era creato intorno alla carismatica e autorevole figura di Mario Draghi, voluto dal Presidente Mattarella per guidare “la nave in tempesta”,  tra le minacce della guerra in Ucraina e le incognite delle conseguenze economiche che si aggiungevano a quelle già causate dalla pandemia.

Ma come spesso succede in Italia, soprattutto in estate, l’evitabile si è concretizzato con il primo “gran rifiuto” del Movimento5Stelle a cui subito hanno aderito le destre e gli outsiders.

Alle sinistre non è rimasto che seguire mestamente il  corteo dopo aver preso atto, non senza sgomento, della fine dell’ennesimo governo di necessità.

L’entità delle difficoltà di affrontare una campagna elettorale non prevista ha gettato nel panico gli staff della comunicazione, i social media managers, che hanno dovuto improvvisare messaggi, programmi, tesi, slogan e soprattutto prendere atto delle diverse peculiarità del pubblico che li avrebbe dovuti ricevere.

E’ vero che i social ormai sono strumenti perfettamente usati da tutti, politici ed elettori, ma alcuni, come ad esempio TIKTOK sono terreni inesplorati perchè appannaggio quasi esclusivo di giovanissimi e con un linguaggio poco convenzionale.

E se qualcuno, tra quelli che auspicavano le urne, non si è fatto trovare del tutto  impreparato, per altre compagini politiche organizzare la “corsa al voto” è stato palesemente difficoltoso.

Questo spiega un inizio basato soprattutto su accuse e addebiti di responsabilità, poi, mentre ci si organizzava, si sono rispolverati epiteti, etichette e tanti tanti “attenti al lupo”, reminiscenze di fantasmi appartenenti ad un passato che tornano sempre utili in certe circostanze.

Così da una parte si rispolverava una strategia anacronistica e poco attinente alle mutate condizioni culturali della società attuale, che ha altri mostri da cui fuggire e da cui proteggersi, mentre dall’altra, forse perchè una componente era già all’opposizione, lo spirito critico, gli argomenti, i punti di malessere sociale erano già stati raccolti e organizzati in un programma.

Da questo panorama scaturisce l’insolita, a volte grottesca, a volte dura, a volte puntuale e a volte solo affannosa produzione di messaggi e slogan che stanno riempiendo i social. Messaggi stringati, video brevi, set mai esplorati prima d’ora, dove debuttano attempati politici sperando di attirare l’attenzione dei giovani padroni della rete.

Pronti. Credo. Scegli.  sono la moderna espressione degli “eredi” di chi disse: ” veni, vidi, vici”.

Chissà cosa ne penserebbe Giulio Cesare.