Catena dei soccorsi: 118 il primo anello

118Un operatore ci guida nelle fasi che seguono un evento drammatico: “118 Teramo, dica!” “Ho chiamato da più di mezz’ora! Perché i soccorsi non arrivano?!?!” “Signore, mi dica da dove chiama e in quale via, così riesco a risponderle!” “Ma la smetta con le domande ….! È qui, dove vuole che sia?! Qui vicino al semaforo!” “Sì, signore, ma da quale città chiama e in quale via?” “Lei fa troppe domande! Pensi a mandare l’ambulanza! Se il malato muore la denuncio!”

“Da dove chiama: città e via?!” “Ora mi arrabbio! Chiamo da … via …! È mezz’ora che ho chiamato! Ci vogliono 5 minuti per venire qui dalla postazione di soccorso, e lei invece di venire continua a fare domande!!!” “Signore, non vengo io lì, tranquillo! Se lei chiama da …, via …, ci ha telefonato da 3 minuti esatti e l’ambulanza è partita subito, sarà lì a momenti!” “Come 3 minuti?! È almeno mezz’ora! Si sbrighi!!!” “L’ambulanza è in arrivo … mi dica come sta il paziente, così le do intanto qualche consiglio …!” “Ma quale consiglio …?! Non sono mica un medico io!!” (…) Troppe volte, in occasione di chiamate per richieste di soccorso al 118, purtroppo si vive questa scena. L’utente stressato aggredisce l’operatore al telefono, lo ‘combatte’… ed ogni minuto che passa gli pare un’eternità. A partire da questo articolo, desideriamo proporre una serie di riflessioni sulla ‘Catena dei Soccorsi’, cioè le fasi concatenate dei momenti soliti di un evento drammatico, che
necessita di soccorso sanitario. L’intera classica ‘catena’ di anelli concatenati è così composta: Allarme, Rianimazione cardiopolmonare di base, Defibrillazione precoce, Trattamento sanitario avanzato. Questa volta parliamo della prima: l’Allarme, cioè il primo momento quando una persona
vive, assiste o viene a conoscenza in un evento che richieda soccorso sanitario. Comprendere bene ciò che di qui in avanti affronteremo potrà, un giorno ed in determinate circostanze, fare la differenza fra la vita e la morte di qualcuno, cioè il venir fuori dal rischio effettivo di morte o restare spacciati. La centrale operativa del sistema di gestione delle richieste di aiuto per emergenze sanitarie (118) filtra tutte le chiamate della provincia di competenza. L’operatore che risponde è un professionista sanitario specificamente preparato a dare nel più breve tempo possibile una risposta adeguata per affrontare e cercare di risolvere il bisogno salvavita: dal semplice consiglio fino all’attivazione di un elicottero. Il 118 è istituito per affrontare le emergenze sanitarie, ogni circostanza nella quale si presuma ci sia pericolo di vita. E non per soddisfare qualsiasi esigenza che l’utenza possa avere in campo sanitario (es. informazioni, prenotazioni, rinnovo ricette, visite mediche, ecc.). In estrema sintesi, in questo primo approccio alla catena della sopravvivenza nella quale tutti partecipano in qualche modo altentativo di risolvere l’emergenza sanitaria, è fondamentale che il cittadino che viva o assista ad una circostanza in cui si tema per la vita di una o più persone [svenimento da cui si fa fatica a riprendersi, mancata risposta di una vittima a qualsiasi stimolo (verbale e doloroso), grave trauma (caduta dall’alto, incidente stradale impressionante nella dinamica, dolore intenso, folgorazione, intossicazione grave, ecc.), diffi coltà respiratoria grave, ecc.], si rivolga subito al sistema 118 telefonicamente, e risponda con fiducia e la maggiore chiarezza e calma possibili alle domande poste dall’operatore. Infatti, le domande posteci al telefono, potrebbero apparirci ‘illogiche’ nel dramma che stiamo vivendo, eppure hanno l’obiettivo di riuscire nel più breve tempo possibile a comprendere il tipo di evento ed il luogo esatto, per dare la risposta più adeguata a quel tipo di situazione. Pertanto: chiama quando serve, fi diamoci, rispondiamo, collaboriamo.