PER UNA CULTURA DELL’ALTRO

caritasIn concomitanza con la presentazione nazionale, anche a Teramo è stato presentato il rapporto annuale sull’immigrazione. Un dossier statistico che dal 1991 aiuta le associazioni e gli enti sociali a tracciare una mappa del fenomeno

delle migrazioni nel nostro Paese, contribuendo a studiarne dinamiche e sviluppi. Una raccolta di dati e informazioni, quindi, realizzata annualmente da Caritas Italiana e dalla fondazione Migrantes, che spesso non coincide con i dati Istat, ma che fornisce tuttavia un quadro più realistico. Il rapporto di questo anno è stato presentato, per tutto l’Abruzzo, nella nostra città, presso la sede della facoltà di Scienze della comunicazione. Ogni anno il dossier è accompagnato da uno slogan. Quello di quest’anno recita: “Per una cultura dell’altro”. E su questa frase i relatori hanno battuto molto, perché si smetta di parlare di questo fenomeno come “problema” dell’immigrazione. Gli immigrati sono un’opportunità socio- economica fondamentale per l’Italia dei nostri tempi. Il loro apporto alla crescita demografica e all’economia sono più di aiuto che di ostacolo per le complesse dinamiche del nostro Paese. Anche nella nostra Regione il loro contributo rende meno difficile il fronteggiare questi anni di crisi. Padre Gianromano Gnesotto, direttore nazionale Migrantes, intervenuto al convegno, spiega come da 20 anni si stia cercando di presentare il fenomeno per quello che è realmente, in una continua lotta contro il pregiudizio e l’immaginario collettivo errato. Parlano i dati. La presenza di stranieri negli ultimi due decenni in Italia è cresciuta di quasi 20 volte: si è passati dal mezzo milione di presenze nel 1990 ai quasi 5 milioni di oggi. La loro incidenza sul Prodotto interno lordo è pari all’11,1%, con un versamento alle casse pubbliche di quasi 11 miliardi di euro, tra contributi previdenziali e fiscali. Gli immigrati non sono solo lavoratori dipendenti un po’ in tutti i campi, ma sono anche in aumento le loro iniziative imprenditoriali, che danno lavoro anche a noi italiani. La nostra provincia, a livello regionale, è la più accogliente e offre lavoro a quasi 19 mila stranieri. Padre Gnesotto ribadisce, inoltre, come debba cambiare la percezione che abbiamo di questi stranieri. Quelli che decidono di emigrare sono sì quelli più disperati, ma sono anche e soprattutto quelli che maggiormente cercano un riscatto. Bisogna vederli come il frutto di un riequilibrio naturale, a livello mondiale, per fronteggiare le disparità che affliggono il nostro pianeta.